Massimo Troisi, il calcio e quel sorriso malinconico che mai più forse troveremo altrove. Il Napoli e Maradona sue grandi passioni.
Massimo Troisi è un giovane timido, introverso, forse troppo. Il palco scoprirà strada facendo è l’unico suo appiglio per andare oltre quel carattere troppo fragile e segnato da quel cuore che fin da giovane ha scandito lentamente la particolarità dei suoi giorni. Inesorabile testimone, quel cuore, di un tempo che forse Massimo immaginava sarebbe stato troppo breve per lui, e quindi viverlo, a modo suo, la più brillante delle sue intuizioni. Il teatro, il cinema, il calcio, le sue grandi passioni.
Tifoso del Napoli e di un calcio fatto di romanticismo e passione. Maradona, gli scudetti, e quelle sue interviste memorabili, quasi a volersi distaccare dalla folla festante, dal tifoso delirante di gioia, quasi a voler mostrare l’altra faccia di ogni cosa. Massimo Troisi ha guardato la città, quella Napoli portata ovunque anche negli sguardi, anche tra le rughe, e l’ha raccontata in silenzio, senza far troppa confusione, cosi come il suo fare pigro comandava.
Leggi anche >>> Chi è Perr Schuurs, sogno del Napoli: l’ex attaccante col calcio nel destino
Leggi anche >>> Il Napoli di Spalletti prende forma: ecco il nome nuovo sulla trequarti
Massimo e Diego, su un campo di calcio, insieme, ci sono stati davvero, l’occasione fu una gara di beneficenza, al San Paolo di Napoli, oggi, Diego Armando Maradona. Quel giorno su quel prato le due stelle brillarono insieme in un timido confronto tra eterni miti. Il Napoli era ovunque per Troisi, anche al cinema, con l’ormai celebre Napoli Cesena immortalata tra le scene di “Scusate il ritardo”, con tanto di riflessioni su una squadra che proprio non riesce a vincere come dovrebbe, qualcosa che potrebbe quasi riportare al presente, insomma.
Massimo Troisi si spense il 4 giugno del 1994, appena dopo aver concluso le riprese del suo ultimo film, “Il Postino”. Aveva rimandato l’intervento al cuore che forse gli avrebbe salvato la vita per terminare quell’ultimo suo viaggio nel cinema, che, diceva, voleva fare con il suo di cuore. Quel pomeriggio di 27 anni fa, dopo aver pranzato, il suo cuore smise di battere. Vano, fu ogni tentativo di rianimarlo. Quel sorriso mai del tutto convinto, lo sguardo malinconico e l’aria di chi sa, che forse, vorrebbe essere altrove, resteranno per sempre.