Cristian Molinaro un highlander della fascia sinistra. C’è anche lo zampino del terzino nella promozione del Venezia in Serie A.
A volte ritornano. Nel caso di Cristian Molinaro la promozione del Venezia in Serie A sembra quasi un premio alla carriera. Il terzino sinistro è stato protagonista della cavalcata dei lagunari, che hanno ritrovato la massima serie dopo 19 anni. Il Venezia si congedò dalla Serie A nel famoso 5 maggio del calcio italiano, con una sconfitta a Parma. Era ultimo in classifica, la sua partita interessò pochi addetti ai lavori, così come Cristian Molinaro che era un interessante prospetto della Salernitana all’epoca.
Ed esordi proprio successivamente come professionista, prima dell’addio dei campani al calcio italiano. Lo acquistò a costo zero la Juventus, avendo in mente già le sgroppate di Molinaro sulla fascia campana in Serie B. Rimase in bianconero, andando a Siena, in Toscana trovò le prime gare di Serie A, la continuità, un progetto che portò ad alcune salvezze meritate per la squadra senese.
Il ritorno in bianconero coincise con quello nella massima serie, il purgatorio della Serie B era stato smaltito e serviva un elemento affidabile per coprire quella zona di campo. Molinaro fu talmente affidabile da essere praticamente sin da subito il titolare sulla sinistra, facendo promettere anche una carriera molto più duratura a Torino.
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La Germania e il ritorno… a Torino
Sulla fascia sinistra la Juventus sembrava aver trovato in Cristian Molinaro un leader. Ma l’avvicendarsi di allenatori, la crisi tecnica e i cambi societari non furono l’ideale per poter crescere e imporsi con tranquillità. Nel frattempo era arrivata anche la convocazione in Nazionale, che si esaurì praticamente con due gare giocate nell’estate del 2010. Prima nella sconfitta contro la Costa d’Avorio, poi la partita in trasferta e vittoria annessa in Estonia. Tutto qua il percorso azzurro.
La Germania, in particolar modo lo Stoccarda, diede una seconda chance al terzino, che in Bundesliga giocò partite di grande spessore alternandole a qualche momento di pausa. Tornò poi per sei mesi in Italia al Parma e approdò al Torino di Gianpiero Ventura, dove correre sulla sinistra era necessario per il dispendioso gioco dell’ex allenatore della Nazionale. Altre quattro stagioni in granata, quindi, prima dello svincolo.
Una nuova tappa, stavolta a Frosinone, per il ritorno dei ciociari in Serie A. La fascia da capitano non bastò ad evitare delusioni ai gialloblu, inadatti per la categoria sin dalla prima giornata di campionato.
Infine la tappa di Venezia, prima con la firma del contratto arrivata nel gennaio 2020 e dodici presenze annesse. Poi con la cavalcata in Serie A, altre diciassette presenze e un ruolo da leader sempre più innato. È un classe 1983, mica un giovanotto: corre più di tanti suoi omologhi.