Massimiliano Allegri e i leader, un rapporto sempre troppo contraddittorio. Tra Milan e Juventus spesso il tecnico è stato protagonista con le bandiere delle sue squadre.
Una cosa è certa: non mancheranno gli spunti. Al di là dell’abusatissimo corto muso, il ritorno di Massimiliano Allegri su una panchina italiana porta a scommettere quasi sul nuovo sfogo del tecnico livornese. Che non le manda a dire, non è mai stato di bocca leggera nel corso della sua carriera. Prima da calciatore e poi da allenatore, un po’ come il suo mentore Giovanni Galeone. Proprio per questo, la memoria storica porta a guardare con attenzione il rapporto del tecnico con i leader, a volte amati, altre volte sopportati con tanta fatica.
Partendo proprio dalla sua avventura al Milan, quando incontrò per la prima volta Andrea Pirlo. Ben prima della Juventus le strade si sono incrociate, quando Pirlo era il regista e Allegri il tecnico che arrivava da Cagliari. Gli infortuni misero fuori il leader del centrocampo milanista, l’allenatore ottenne Mark Van Bommel e con l’olandese impostò un nuovo modo di giocare in campo. Alla fine arrivò lo scudetto – l’ultimo in casa rossonera – e la separazione con Andrea Pirlo. Che poi andò alla Juventus e fece grande la squadra di Antonio Conte prima di ritrovare ancora il livornese: una stagione, una finale di Champions League e la partenza per l’America.
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Sempre al Milan quanto accadde nel maggio 2012 fu unico ed epocale. In un solo colpo tutti i contratti dei più “anziani” non furono rinnovati, contro il Novara ci fu una passerella dei leader rossoneri. Segnò anche Pippo Inzaghi, che da Allegri era stato escluso dalla lista Champions, un affronto per chi aveva il vizio del gol europeo, segnando con tutte le parti del corpo, anche quelle più nascoste.
Al Milan poi le cose non andarono benissimo, il passaggio alla Juventus fu un premio del destino, nessuno avrebbe mai immaginato che Conte mollava solo per non aver ottenuto Juan Iturbe nel ritiro o quasi. Così, Allegri si confrontò con i leader della Juventus, andando d’accordo con i leader della difesa o… quasi. Il caso di Leonardo Bonucci fu emblematico, in Champions fu costretto a uno sgabello e poi alla cessione al Milan. Salvo poi rientrare un anno dopo e far rientrare i dissidi, anche se questo ritorno servì più per i bilanci che per il campo sostanzialmente.
Al contrario i leader con Allegri hanno trovato anche un modo per divertirsi. Le partite a basket di Paul Pogba e Paulo Dybala sono un pezzo di allegria condivisa, meno le ramanzine ad Alvaro Morata sui calzettoni. Ci sono ancora capitoli dialettici in arrivo, basta aspettare.