Mircea Lucescu in panchina quasi per sempre. Il tecnico – superati abbondantemente i settant’anni – non molla la presa, ha ancora voglia di indossare la tuta d’allenamento.
Il romeno di ferro. Mircea Lucescu vuole abbattere tutti i record per quanto riguarda gli allenatori in campo. A 76 anni il tecnico non vuole proprio mollare la presa, ha ancora la verve di un giovanotto. L’ultima panchina, quella della Dinamo Kiev, gli ha fatto anche battere un record abbastanza interessante: nella gara di Champions League contro la Juventus è stato in assoluto il tecnico più anziano a sedere in panchina.
Una soddisfazione per un elisir di lunga vita, Mircea Lucescu fa scuola e non a caso il mestiere di mister è svolto anche da Razvan, il figlio che più volte è stato avvicinato su qualche panchina italiana. Storia di padri e figli in panchina se ne sentono ormai poche, c’è Karel Zeman figlio del più famoso Zdenek che ora allena nei dilettanti (sulla panchina del Lavello), il suo picco lo raggiunse allenando la Reggina.
Nel caso dei Lucescu, invece, si mantiene la rotta sull’alta qualità. E su un rapporto con l’Italia che rimane sempre costante: ha suggerito allo Shakthar di ingaggiare Roberto De Zerbi, il rapporto con gli arancioneri è molto forte ancora oggi.
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Pisa, Brescia, Reggiana e Inter: un tour particolare
Quella di Mirceu Lucescu è una storia lunga alcune generazioni. Classe 1945, in Italia è approdato dopo il Mondiale di Italia ’90, su intuizione di Romeo Anconetani. Da direttore tecnico, perché gli allenatori stranieri non erano abilitati a Coverciano, dunque c’era bisogno di un allenatore con il patentino di fatto da affiancarlo L’avventura toscana terminò in anticipo, come stranieri aveva anche Diego Pablo Simeone, e qualche insegnamento pregresso è stato sicuramente gradito.
Molto più lunga la storia con il Brescia, una promozione e due retrocessioni nel carnet. Nonché due esoneri, un rapporto molto travagliato, fatto di grande amore e di forte incomprensioni. Il merito di Mircea Lucescu è di aver fatto esordire in Serie A il minorenne Andrea Pirlo. Il demerito è stato di essersi affezionato troppo alla colonia romena: Sabau e Lupu sono dei ricordi cancellati dai tifosi delle rondinelle.
Un’avventura anche a Reggio Emilia durata dieci giornate: era il 1996-97, la Reggiana non sarebbe più tornata nella massima serie.
E dopo due stagioni un subentro all’Inter, quando Mircea Lucescu disse con straordinaria onestà a Massimo Moratti: «Presidente venda tutti, trattenga soltanto Roberto Baggio». I risultati non gli diedero ragione, passò il girone di Champions e fu eliminato dal Manchester United, poi campione europeo. Soprattutto in Serie A alternava buone gare a batoste: cinque vittorie, quattro pareggi e sei sconfitte. L’ultima contro la Sampdoria per 4-0 che gli fece consegnare le dimissioni.