Centrocampisti americani: da yes man a fondamentali?

Una generazione di centrocampisti americani si sta facendo riconoscere anche nel calcio europeo. Che il calcio made in Usa abbia giusti strumenti nelle mediane?

Il calcio a stelle e strisce ha trovato il suo sviluppo negli ultimi anni, con buona soddisfazione degli osservatori di tutto il mondo. Certo, si gioca ancora in stadi con le yard segnate sul campo, dove il pubblico pensa più ad abbuffarsi di hot dog, ma sicuramente il livello è cresciuto pari passo con l’evoluzione del momento.

Da Usa 94 in poi il calcio è diventato un settore sempre più monitorato, non a caso uscirono i primi calciatori importanti dall’America. Quello più conosciuto era Alexi Lalas, due stagioni a Padova e una fama di alternativo che lo precedeva. Era un difensore centrale, ma poteva fare parte per caratteristica anche dei centrocampisti americani di livello, per il piede comunque educato che aveva. Due stagioni in Italia e poi il ritorno in America, a insegnare calcio alle future generazioni.

Che sono cresciute nel corso del tempo, dimostrando come il pallone da calcio non era inferiore a quello da basket, anzi. Un caso più utile è quello dei Bradley, il papà Bob allenatore e il figlio Micheal calciatore, in Germania ma anche in Italia. Prima un’ottima stagione nel Chievo Verona, poi due da buona riserva nella Roma. Più famoso per lo spot del “Parchegghio”, ma sicuramente uno dei centrocampisti americani ad aver fatto una carriera importante. Attualmente è al Toronto.

McKennie e Pulisic, nuova generazione americana

Pulisic - Getty Images
Pulisic del Chelsea è tra i centrocampisti americani migliori di sempre – Getty Images

Prima dei giovani talenti, vale la pena citare tra i centrocampisti americani anche il “leggendario” Graham Zusi. Una sorta di istituzione, un centrocampista che ha tutte le caratteristiche utili in campo. Sa impostare, sa difendere, sa essere un leader. E sarebbe stato ideale anche per il calcio italiano, dove mancano giocatori polivalenti e di buona gamba.

Sicuramente è stato di ispirazioni ai centrocampisti americani di nuova generazione. Weston McKennie è il talento che stiamo ammirando in Serie A, dopo aver giocato alcune stagioni in Germania con lo Schalke 04. Una prima stagione di apprendimento, sicuramente folgorante nel girone d’andata e più a ritmi contenuti nel ritorno, il calo di forma è stato un po’ evidente. Per Allegri un giocatore ancora “grezzo” ma sicuramente molto utile per gli schieramenti tattici dei bianconeri.

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Così come è stato evidente il salto di qualità di Cristian Pusilic, che dei centrocampisti americani è quello con il maggior vizio del gol. Tra Borussia Dortmund e Chelsea già una quarantina le reti siglate in carriera. È un classe 1998, sa inserirsi in area come pochi e ha un gran tiro a disposizione. Il Chelsea lo ha blindato in pratica, può costruire un altro ciclo vincente partendo da lui.

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