La Francia torna a 18 squadre, come la Germania. Mentre in Italia è un’intenzione che rimane tale, la volontà di rimanere con un maxi torneo che non porta competitività.
La scelta saggia della Francia di tornare dal 2023-2024 a un massimo campionato con 18 squadre è un segnale soprattutto di buon senso. Eliminare quattro giornate dal torneo, per dare un po’ di respiro alle squadre è un atto importante, anche per preservare lo spettacolo.
Perché non sempre avere molte squadre è indice di qualità, anzi. In Francia su questo sono ora tutti d’accordo dopo aver visto dei tornei non troppo eccellenti. Soprattutto in basso, la Ligue 1 aveva abbassato moltissimo i suoi standard, mentre in alto non c’era storia.
Con l’avvento del Lille, diventato campione di Francia a discapito del Paris Saint Germain, e con l’avvento della crisi, in Francia hanno pensato di mettere in pratica quanto era stato solo teorizzato. Una sforbiciata in Ligue 1, un’altra in Ligue 2 e via via a scalare, alleggerendo così costi e oneri per le società professionistiche francesi. Non è un passaggio indolore, ma è l’unico necessario in un calcio che sta mettendo tutti spalle al muro. Ben venga, quindi, la decisione degli organi federali francesi perché un campionato a 18 squadre è una garanzia anche per chi lo affronterà.
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Anche in Germania persiste – con un certo orgoglio – la massima serie a 18 squadre. Dei maggiori campionati, il format tedesco non ha avuto dubbi sul rimanere in versione standard. Con ottimi risultati, perché il calcio in Germania è stato il primo a ripartire nel periodo post covid, è attento ai suoi costi, sa come preservare gli atleti, evitando gare inutili.
Un modello che quindi ha avuto la sua attinenza, magari si perderanno due incassi al botteghino, ma gli introiti in Germania arrivano in altri modi, tutti sostenibili e senza grandi rischi.
Cosa che in Italia non siamo proprio bravi a fare, con la favoletta del ritorno a 18 squadre che viene riproposta ogni tanto. Non per far addormentare i bambini, forse per illudere chi vuole un calcio più sostenibile.
La Serie A con 18 squadre ormai sta diventando un lontano ricordo. Quasi vent’anni l’ultima edizione, in quel caso era la stagione 2003-04, si intravidero ultimi scampoli di normalità. Divenne un elemento fenomenale nel 2002, quando il 5 maggio coinvolse quasi tutte le partecipanti. Così come regalò spazio e spettacolo in passato, ponendo il confronto con il format che prevedeva due squadre in meno.
Con venti compagini, la Serie A è diventata sempre più invogliata al livello basso. Retrocedono tre squadre e spesso chi si salva lo fa nemmeno con la media di un punto a partita. Se questo è spettacolo…