Adrien Rabiot e il salto lungo tra Francia e Juventus. Sarà giunta l’ora per maturazione anche del centrocampista?
I tifosi bianconeri guardano con interesse l’edizione itinerante degli europei. Sono ben dodici i calciatori impegnati con le nazionali, cercando di dar lustro alla propria nazione e cercando anche di salvaguardare le proprie gambe.
In effetti, si guarda con occhio particolare alle prestazioni dei bianconeri, che nell’ultima stagione italiana hanno spesso viaggiato sull’onda dell’emotività. Un’alternanza di prestazioni che comunque ha permesso alla Juventus di raggiungere lo slot della Champions League, anche grazie ad Adrien Rabiot.
Che rispetto ai mesi precedenti è sembrato migliore, in tutti i sensi. L’ultimo Rabiot, quasi una controfigura positiva di quello visto nei primi mesi italiani. Forse i tifosi bianconeri hanno capito perché prende qualcosa come sette milioni di ingaggio l’anno (che rimangono sempre troppi, comunque), forse hanno visto qualcosa di positivo nel francese.
Adrien Rabiot si è tolto di dosso anche qualche paura eccessiva. E una nomea troppo ingombrante, di essere un calciatore tutto sommato fortunato, ma la fortuna va spesso cercata e comunque coltivata. Dal settore giovanile del Psg al grande calcio, crescendo sino a strappare un ingaggio corposo dalla Juventus … con premio d’ingaggio per la madre Veronique, qualcosa come dieci milioni di euro. Mica bruscolini.
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La maturazione di Adrien Rabiot passa soprattutto attraverso questa edizione degli europei itineranti. Proprio perché ha ritrovato nel frattempo la nazionale dopo due stagioni. Il mediano ha visto l’ultimo mondiale russo da riserva, Didier Deschamps aveva e ha ancora tanta abbondanza in mezzo al campo.
Il francesino però non si è perso d’animo e ha lottato per ritrovare un posto in nazionale, dopo due anni è tornato nella lista dei convocati con qualche chiarimento proprio con il tecnico. Al quale non piacevano alcuni atteggiamenti, comunque ora superati grazie alla determinazione messa in campo.
Anche in questo, l’esperienza juventina ha saputo far fruttare al francese una buona dose di maturità. Nella prima stagione 28 le presenze in campionato con Maurizio Sarri in panchina, e un solo gol. Meraviglioso per altro. Un coast to coast a Milano contro i rossoneri, il primo grande lampo mostrato in bianconero.
Globalmente è migliorato con Andrea Pirlo, 34 presenze e 4 gol nonché una maggiore continuità proprio arrivata nel finale di stagione. Quando è diventato l’unico indispensabile in mezzo al campo bianconero, perché gli altri colleghi della mediana non hanno mai trovato uno spunto di continuità allo sbocciare della primavera.
Ora con Massimiliano Allegri dovrà capire come svolgere il suo lavoro al meglio, ben sapendo come la permanenza a Torino è certificata. A meno di grandi boom nella Francia, che potrebbero fruttare un’eventuale plusvalenza importante.