La finale di Euro 2020 è prevista a Wembley, ma le recenti restrizioni del governo britannico potrebbero far cambiare i piani dell’Uefa.
Wembley rischia la finale di Euro 2020? Al momento l’ipotesi è realistica. La gara in programma l’11 luglio potrebbe non avere più come teatro la storica arena londinese. La ‘colpa’, ovviamente, va ricercata nell’emergenza Covid. Dopo un paio di mesi di notizie positive, infatti, la recente esplosione di focolai di variante Delta ha costretto il governo britannico a imporre nuove misure relative alla quarantena per chi entra nel Regno Unito.
La conseguenza, ovviamente, è che molte persone del pubblico che dovrebbero affluire a Londra per godere dello spettacolo della finale potrebbero essere costretti a rinunciare per costi eccessivi o per altri problemi. E questo è un rischio che l’Uefa non può permettersi di correre. Anche per questo motivo, rivela il Times, sarebbe in queste ore partita una trattativa tra gli esponenti del governo Johnson e il principale organo calcistico continentale per trovare una soluzione.
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Euro 2020: le alternative dell’Uefa per la finale
Allo stadio devono poter entrare tutti gli aventi diritto. Anche (o soprattutto) i 2500 già programmati. Per poter partecipare dovrebbero però ricevere dalle autorità un permesso speciale per poter entrare sul suolo della Gran Bretagna senza l’obbligo di rispettare la quarantena di dieci giorni, attualmente imposta dalle norme vigenti. Trovare un accordo è possibile, ma al momento non si può dare nulla per scontato.
Anche per questo motivo l’Uefa sta cercando di correre ai ripari. Qualora non dovesse essere possibile giocare nello storico stadio londinese, l’alternativa principale è una sola: la Puskas Arena di Budapest, in Ungheria. Lì verrebbero giocati i match delle semifinali e la finale. Nel paese magiaro è infatti attualmente possibile viaggiare senza restrizioni di sorta se si proviene dall’area Schengen. Inoltre, anche all’interno dell’impianto non ci sono limiti di alcun genere, né per quanto riguarda il numero di spettatori né l’obbligo di mascherina.
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Non a caso, nonostante qualche polemica sulla possibile evoluzione negativa dell’emergenza, in molti sono rimasti affascinati dalla prima gara giocata dalla squadra ungherese allenata da Marco Rossi. E non tanto per lo spettacolo sul campo, quanto proprio per quello sugli spalti. Al momento si tratta comunque di un’ipotesi remota. Ma bisognerà valutare il tutto tra qualche giorno.