Adrien Silva è il “maestro” della Sampdoria, almeno in campo. La crescita del portoghese ha permesso ai doriani di maturare nel girone di ritorno. Ora la riconferma.
C’è un professore in mezzo al campo. Adrien Silva era arrivato con grandi attese e nel girone di ritorno ha mostrato il perché Claudio Ranieri avesse insistito così tanto per il suo arrivo. Anche con l’addio del tecnico romano, il portoghese rimarrà in rosa e soprattutto prenderà le redini del centrocampo.
È un giocatore di qualità, non a caso la lunga militanza nel Portogallo lo ha arricchito al fianco di campioni come Cristiano Ronaldo. La conquista dei precedenti europei è stata la vetta massima raggiunta dal Portogallo e da Adrien Silva in nazionale, mentre ora i lusitani hanno altri elementi in cabina di regina.
Il doriano si concentrerà sulla Sampdoria, deve essere il faro in mezzo al campo. Da valutarne l’affidabilità in un centrocampo a tre, mentre a quattro ha dimostrato di poter stare al fianco di un mediano. Sapendo così riproporsi anche successivamente in appoggio offensivo. Non a caso il suo primo gol con la maglia della Sampdoria è arrivato il 2 maggio scorso contro la Roma, proprio concretizzando un’azione di questo tipo. Balzo in avanti e progressività nell’attaccare la profondità per concludere in rete.
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I numeri premiano il portoghese
In effetti, la prima stagione di Adrien Silva alla Sampdoria può dirsi tutto sommato positiva. Nella prima parte di stagione gli acciacchi e le panchine non sono mancate, serviva il miglior portoghese per vederlo in campo ed essere utile.
Nel girone di ritorno una crescita sostanziale, la Samp ha trovato praticamente un rinforzo a gennaio già in rosa. “O maestro” ha disputato 24 partite in Serie A e due in Coppa Italia, ha vinto 102 duelli difensivi, ha fatto ancora meglio per il recupero dei palloni, a quota 114, nonché per le sfere intercettate, ben 118.
Numeri che fanno di Silva non solo un ottimo regista ma anche un giocatore abile in fase difensiva, che può fare da schermo davanti al reparto arretrato.
A 32 anni rimarrà ancora in Italia in una sfida con sé stesso, per dimostrare di essere un elemento decisivo anche in Italia. Dieci le stagioni allo Sporting Lisbona, intervallate da qualche prestito, poi l’approdo al Leicester, dove conosce Claudio Ranieri, prima dell’esonero del tecnico italiano (nel calcio non c’è riconoscenza).
Poi una stagione in prestito al Monaco, quasi giocata per intero, e l’approdo definitivo alla Sampdoria. Che deve ripartire da gente di qualità, in una rosa che potrebbe pagare il fatto di non avere ricambi adeguati. Con il portoghese si va sul sicuro, perché garantisce esperienza e solidità in mezzo al reparto.