Miguel Veloso e il Verona in simbiosi: il portoghese vuole diventare ancora il leader della squadra affidata ora ad Eusebio di Francesco.
C’è un leader che a Verona è arrivato in silenzio ma si fa sentire con una voce ferma ma possente. Miguel Veloso è il giocatore che forse ha incarnato meglio lo spirito degli scaligeri negli ultimi due anni, con un gioco fatto di umiltà, talento e senza presunzione.
Il portoghese è fresco di rinnovo, per la soddisfazione di tutti: l’accordo tra Miguel Veloso e il Verona durerà sino al 2022, è stato celebrato dai tifosi sui social e anche da Eusebio Di Francesco.
Al regista tocca, ancora una volta, indossare i panni dell’uomo guida dalla compagine, non a caso ha i gradi di capitano e gli calzano a pennello. È un elemento… falsamente lento, perché come regista fa girare soprattutto il pallone, non disdegnando chilometri e chilometri per accompagnare l’azione. Ovviamente appare di più quando c’è il momento di disegnare il lancio o nel momento di battere un calcio piazzato, una specialità che spesso finisce in rete.
Per Miguel Veloso con il Verona una sessantina di gare nelle due stagioni, cinque reti e sette assist a testimoniare come l’acquisto del portoghese non era un riempitivo, nonché una necessità per raggiungere due salvezze consecutive in maniera tranquilla.
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In effetti tra le curiosità c’è quella di Miguel Veloso che è imparentato con il presidente del Genoa, Enrico Preziosi. Ne ha sposato la figlia Paola, con la quale ha due bambini. Il patron ligure lo riportò in Italia, nonostante la ritrosia del genero che si sentiva quasi a disagio, ma il valore del calciatore non era di certo messo in discussione.
In Italia ha avuto tre fasi. Fu acquistato dal Genoa per volere di Gian Piero Gasperini, ma all’esonero del tecnico si sentì un po’ di troppo. Tornò in Italia e fece anche discretamente, ma non rinnovò il contratto. E poi l’avventura di Verona, scelto da Ivan Juric che di Gasperini ne è stato il vice.
Il tecnico croato infatti voleva un calciatore con le sue caratteristiche, quasi un elemento simile al suo vice Matteo Paro. Miguel Veloso è arrivato a Verona in sordina, ma ha impresso subito il suo marchio di gioco: già all’esordio segnò una punizione contro il Bologna.
Poi, tante gare di sostanza, non tutte, ma un apporto prezioso lì in mezzo e una crescita dei colleghi: non è un caso che Ilic è cresciuto moltissimo nel corso della passata stagione.
Ora un altro anno in gialloblu e poi chissà. Sulla soglia dei 36 anni va comunque centellinato. Sarà curioso vederlo nel modulo di Eusebio Di Francesco, si adatterà al 4-3-3 con grande spirito di sacrificio.