Inghilterra Argentina, Maradona 1986, quint’essenza e preludio di qualcosa di magico, di inarrivabile. Diego Armando Maradona, il calcio.
Il 1986 è l’anno in cui Diego Armando Maradona ha ufficialmente dichiarato al mondo la sua onnipotenza calcistica. Il suo essere grande, mito, epico, tra gli eventi del mondiale messicano che consegnerà all’Argentina il secondo campionato del mondo della sua storia dopo quello molto discusso del 1978 ed il prologo di uno scudetto quello napoletano che sa si magia, di impresa, di sogno che diventa realtà: “li non era casa mia” dirà Diego il 10 maggio del 1987 con lo scudetto conquistato, parlando del Mondiale messicano, sottolineando il fatto di aver vinto, finalmente tra la sua gente.
Il 22 giugno del 1986 si gioca Inghilterra Argentina, quarto di finale del Mondiale messicano. Le squadre si temono, in campo e fuori. Pochi anni prima l’episodio bellico delle Malvinas, Argentina e Inghilterra sul campo di battaglia. Inglesi conquistatori, assassini, argentini vittime del sopruso. Maradona vuole vendetta, chiede ai suoi di pensare a quei giorni. In Messico quel giorno si scriverà la storia del calcio, ma nessuno lo sa ancora, o forse si, forse qualcuno ne è consapevole.
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Dalle armi al rettangolo di gioco: Argentina Inghilterra è la storia del calcio
Diego Armando Maradona quel giorno ha deciso di proclamarsi signore assoluto del calcio giocato e non solo. Quello che succede quel giorno, in terra messicana, non ha ragione d’essere accostato a ciò che è puramente e volgarmente umano, quel giorno Diego decide per l’orgoglio del suo popolo e piega l’Inghilterra a modo suo, con la palla tra i piedi, ed anche tra le mani, è li che la magia si fa consuetudine. Un gol che nessuno vede, forse tranne il povero trafitto Shilton, ma poco importa, l’arbitro e la storia ormai hanno deciso. Per guardare video della prodezza di Maradona (clicca qui)
Un gol di mano, quella di Dio quella della storia che punisce gli inglesi, su un campo di calcio però, senza armi e senza morti. Poi lo slalom tra le maglie sbiancate più del solito di sua maestà, uno, due, tre, quattro, dieci, cento, Diego è inarrestabile, senza freno senza logica, senza alcuna intenzione di lasciarsi imbrigliare dalle logiche materialistiche di chi comanda e chi invece esegue. Maradona rompe le catene e chiede di alzare la coppa, è li che lo decide, chiede l’investitura, il permesso all’Argentina e al mondo di poter rappresentare tutti gli altri. L’Inghilterra è piegata, silenziosa, intimorita dalla luce di quegli attimi. Comanda Diego, è la storia a gridarlo.