Il Mondiale messicano, Maradona, Argentina Germania e quella coppa alzata al cielo contro tutto e tutti. Campioni del mondo.
L’ultimo atto del Mondiale messicano 1986 vede protagoniste in campo Argentina e Germania. I tedeschi arrivano dalla sconfitta contro l’Italia nella precedente finale, quella di Madrid del 1982, a Citta del Messico, quel giorno, la voglia di scrollarsi di dosso il fallimento contro l’Italia di Bearzot di quattro anni prima è davvero tanta, ma di fronte c’è l’Argentina, probabilmente il meglio visto finora in quel torneo e poi c’è lui, Diego Armando Maradona.
La gara sembra non avere alcuna storia, Maradona è incontenibile, i compagni lo seguono, lo sostengono in ogni giocata pronti a sacrificarsi ed ad essere ispirati da lui. Brown e Valdano portano i sudamericani sul 2-0, i giochi sembrano essere conclusi, ma i tedeschi sono duri a morire. Rumenigge prima e Voller dopo, riportano a pochi minuti dal fischio finale della gara il risultato in parità. Si temono i supplementari, ma tutto sembra ancora possibile.
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Quello che succede dopo il pareggio tedesco non lascia tanto scampo all’immaginazione, l’Argentina ha fatto tanto, troppo in questo Mondiale, la gara contro l’Inghilterra non può restare un episodio a se, bisogna vincere e questo Diego Maradona lo sa bene. La Germania a tratti resta a guardare a tratti prova ad imporsi, ma la storia ha già deciso, la storia ha stabilito che quel palcoscenico sarà ricordato per sempre per uno solo di quei calciatori in campo.
Maradona si guarda intorno, sa bene che prima o poi arriverà il suo momento, manca poco al triplice fischio finale, lo spettro dei supplementari aleggia sull’Azteca di Città del Messico. Arriva lo spunto, arriva la magia, Burruchaga sa già cosa farà Diego, lui ispirato come non mai lancia il compagno verso la porta, i tedeschi hanno già capito tutto, il destino è compiuto, la gara è segnata. 3-2, Argentina per la seconda volta nella sua storia è campione del mondo.