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Mundial 82: il 29 giugno si aprirono le porte del sogno

Il Mundial 82 nel 29 giugno ha forse una chiave di svolta spesso dimenticata. L’Italia batté l’Argentina e si sbloccò definitivamente volando verso il trionfo.

La storia è fatta di date e di ricordi felici a volte. Quello del 29 giugno spesso è dimenticato dai più, ma di fatto è il giorno del via al grande trionfo del Mundial 82. Un mondiale spagnolo che per l’Italia non era iniziato proprio benissimo, tanto che il ct Enzo Bearzot creò il primo silenzio stampa della storia con il solo… Dino Zoff (non proprio il più loquace) a parlare con i giornalisti.

Il clima era teso, come spesso accade a un mondiale. E quello spagnolo non fu da meno, anche per le prestazioni in campo. Tre pareggi nel girone e qualificazione arrivata per un soffio, contando sui gol fatti in più. Non proprio un grande viatico per affrontare il secondo di girone, praticamente il peggio che poteva capitare all’Italia nel Mundial 82. Prima l’Argentina e poi il Brasile, che avevano almeno cinque-sei fenomeni per squadra.

Intanto, c’era da affrontare l’albiceleste di Cesare Menotti, che venne anche ad allenare in Italia per qualche mese la Sampdoria nel 1997. Il tecnico aizzò subito con una dichiarazione al veleno: «L’Italia non conosce il calcio d’attacco». Il Mundial 82 ebbe lì la sua chiave di svolta.

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Catenacciari? No, grazie

Tardelli tenta… di levare una scarpa a Maradona – Getty Images

Quella dichiarazione del tecnico dell’argentino fece saltare la mosca al naso, in un ambiente sempre molto teso tanto che, prima della gara, ci fu un alterco tra Marco Tardelli e Mario Sconcerti, giornalista della Repubblica. Si andava al 29 giugno con la corrente elettrica addosso, proprio perché l’ansia di fare una brutta figura nell’aria.

E invece… Bearzot lì capì che l’Italia stava spiccando il volo. Schierata con il 4-4-2, Zoff, Gentile, Collovati, Scirea, Cabrini, Conti, Oriali, Tardelli, Antognoni, Rossi e Graziani. Dall’altra parte c’era l’Argentina dove il leader era Diego Armando Maradona, che fu marcato da Claudio Gentile e quella marcatura rimase nella storia. L’allora juventino prese un solo giallo, Menotti lamentò almeno venti falli non fischiati, ma fu praticamente l’applicazione perfetta di come si controlla un uomo in campo: il fenomenale Diego toccò pochissimi palloni.

La gara si sbloccò nel secondo tempo, in gol andarono Tardelli e Cabrini per l’Italia, poi accorciò le distanze Passarella, in procinto di andare alla Fiorentina, sorprendendo Zoff su calcio di punizione. Dopo Gentile-Maradona, anche il duello tra Passarella e Antognoni fu pieno di botte, colpi e colpetti, tanto che l’italiano cominciò a risentirne successivamente.

L’Argentina, per altro, rimase anche in dieci, fu espulso Gallego mediano… con la numero 9: i numeri erano dati in un rigorosissimo ordine alfabetico, al suo fianco a centrocampo c’era Ardiles con la numero 1.

Paolo Rossi non si era ancora sbloccato, lo avrebbe fatto contro il Brasile e avrebbe reso magico il Mundial 82.

Published by
Massimo Maneggio