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Fuoricampo

Belgio-Italia, arbitra Slavko Vincic: la storia del fischietto coinvolto in uno scandalo a luci rosse

L’arbitro di Belgio-Italia, gara valida per i quarti di finale di Euro 2020, sarà Slavko Vincic: precedenti e storia.

Sarà Slavko Vincic, 41 anni, l’arbitro della delicatissima e attesissima gara tra Belgio e Italia per i quarti di finale di Euro 2020. Direttore di gara sloveno, esperto e affidabile, sarà coadiuvato dai connazionali Tomaz Klancnik e Andraz Kovacic, con l’argentino Rapallini come quarto uomo, mentre al VAR ci sarà un tedesco, Bastian Dankert.

Non è al debutto in questa edizione degli Europei. Ha già fischiato nella gara dei gironi tra Spagna e Svezia, terminato sul risultato di 0-0, e in quella tra Svizzera e Turchia, chiusa con con un netto 3-1 per gli elvetici. Con l’Italia ha precedenti positivi. Ha già arbitrato una volta la Nazionale di Mancini, nel 2-0 con cui gli Azzurri si sono imposti sulla Bulgaria nella gara di qualificazioni ai Mondiali di Qatar 2022.

Vanta però nel suo curriculum anche alcuni match di squadre italiane in Europa. Ad esempio nella gara di Champions con Inter-Shakhtar 0-0. Aveva invece fischiato il Milan in Europa League nell’1-1 con di Manchester che aveva illuso i rossoneri. Più che per i precedenti, però, Vincic è diventato famoso per una famosa storia relativa a uno scandalo a luci rosse in cui è stato coinvolto nel 2020…

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Slavko Vincic: l’arbitro dello scandalo… per sbaglio

Slavko Vincic in una gara dell’Under 21 tra Italia e Germania (fonte foto GettyImages)

Nel maggio 2020 Vincic venne coinvolto, o meglio travolto, da una vicenda di sesso, droga e armi. Una vicenda che però lo vedeva totalmente estraneo. Di fatto, la sua unica ‘colpa’ in questa circostanza piacevole fu quella di trovarsi nel posto sbagliato, ovvero una villa in Bosnia-Erzegovina, a Bijeljina. Mentre era nella splendida residenza fece irruzione una polizia e arrestò più di 30 persone per un’indagine relativa a un caso di prostituzione. Tra queste persone c’era anche il fischietto sloveno.

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Si trattava però di un errore, e infatti fu rilasciato immediatamente, dopo essere stato riconosciuto estraneo ai fatti. Fu lo stesso direttore di gara a confessare ai media quello che era successo, “l’errore più grande” della sua vita. L’indagine riguardava infatti traffico di droga e armi da fuoco, ma anche la compagnia di escort e un giro di prostituzione clamoroso.

Uno scandalo che avrebbe potuto costargli la carriera, ma dal quale è riuscito a venir fuori in maniera totalmente pulita. E adesso si gode la sua rivincita: fosse andato in scena l’Europeo nel 2020, forse, non avrebbe potuto essere chiamato in causa.

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Mauro Abbate