Gli abbonamenti sono ancora un settore quasi off limits per gli stadi italiani. La riapertura dei campi sarà ancora un tassello da analizzare per bene.
I periodi dei risparmi estivi da destinare agli abbonamenti sono ormai finiti da un pezzo. Perché la crisi è stata più forte di tutto, la pandemia ha riservato altro e le regole ancora vietano – di fatto – una piena programmazione sul fronte degli abbonamenti.
I mancati incassi sono stati una sorta di scimitarra per tutte le squadre italiane, soprattutto per le piccole che, sul fronte della biglietteria, facevano la voce grossa nell’ospitare i grandi club. Tutto ciò, con le porte chiuse, non ha avuto senso, pochi addetti ai lavori, telecamere e audio direttamente dalle panchine e voglia di tifare rinchiusa nei confini del divano.
La nuova frontiera del calcio, anche con la riapertura dei cancelli, vedrà un appannaggio del calcio da consumare davanti ai pasti. Soprattutto il nuovo accordo con Dazn e l’estremo spezzatino calcistico porterà a una lenta agonia da stadio: perché perdere un’intera giornata in viaggio, quando accendendo il telefono o il pc si può vedere ugualmente lo spettacolo?
La frontiera del 25% della capienza va un po’ a smorzare l’estrema clausura da monache di Monza in pectore, ma non poter fare gli abbonamenti è comunque un elemento da tenere in considerazione.
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Biglietterie alla ricerca di fortuna
Il caso degli abbonamenti va visto squadra per squadra. Ancora, infatti, ci sono i risvolti della stagione 2019-20: il caso del Verona è recente, la società scaligera ha prolungato a 36 mesi la possibilità di utilizzare i voucher destinati ai tifosi.
Così faranno anche altre squadre, ovvero concedere questa sorta di bonus per le gare non fruite allo stadio di due stagioni fa, per poter visionare altre partite in futuro. Sempre nel massimo della sicurezza, con il distanziamento e con le dovute precauzioni.
Gli stadi al 25% in Italia, dopo aver verificato la buona riuscita agli Europei, da una parte infondono fiducia, dall’altra aprono altri punti interrogativi.
Seppur senza la possibilità di fare abbonamenti, ai tifosi è garantita la visione dal vivo. Comprando così il biglietto in maniera nominale e vedendo dal vivo i loro idoli.
Dall’altra parte, gli interrogativi riguardano ciò che è stato: possibile che in uno stadio come l’Olimpico o San Siro c’erano dei rischi ospitando (almeno) 5000 persone già vaccinate?
Le big hanno fatto le loro valutazioni, le piccole invece soprattutto i conti con entrate che erano vitali per la sopravvivenza. E scendendo di categoria, le tessere degli abbonamenti sono diventate degli oboli per garantire un po’ di vita e respiro agli organici. Si arriva a stento a fine mese anche nel mondo del calcio, e probabilmente le cose non miglioreranno nel breve periodo.