Il trionfo della Grecia fu un miracolo unico e irripetibile. Il 4 luglio 2004 l’impresa degli ellenici rimase impressa nella storia del calcio europeo.
Vincere a sorpresa non è da tutti. Lo sa bene la Grecia, che diciassette anni fa realizzò il suo personalissimo miracolo. Un evento quello della vittoria all’europeo del 2004 che ancora oggi riecheggia in tutta la nazione, a maggior ragione ora che l’edizione di Euro 2020 è vista da casa. La Grecia fu protagonista a sorpresa, e nemmeno in tanti festeggiarono il suo trionfo.
Fu una vittoria del contropiede, del cinismo sportivo e della capacità di mantenere i nervi saldi, tutti erano i greci fuorché sprovveduti. E lo dimostrarono in campo, perché il gruppo di Otto Reahgler era abbastanza compatto.
La Grecia era arrivata al gran bello a sorpresa, e ancor più a sorpresa batté all’esordio i padroni di casa del Portogallo. Un 2-1 che fu accolto con gran sorpresa, era già quello un mezzo miracolo. La vittoria portò coraggio, soprattutto per il passaggio del turno quando gli ellenici bloccarono la Spagna sull’1-1. In Grecia capirono che le cose potevano andare per il verso giusto nell’ultima gara, quando persero contro la Russia per 2-1 e si passò ugualmente ai quarti di finale.
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Della Grecia che compì il miracolo si ricordano soprattutto la temerarietà, come se ci fosse una rappresentazione tra Atene e Sparta, ma in versione da campo europeo. In effetti, gli ellenici si affidarono ai loro dei con grande intensità partendo dal quarto di finale contro la Francia. Gara accorta e prudente contro una squadra che doveva smaltire ancora qualche tossina: il gol greco fu realizzato da Charisteas, in collaborazione con Barthes. 1-0, tanto bastò per il turno successivo.
In semifinale, ecco la Repubblica Ceca. Molto più quotata, perché era una nazionale in netta ascesa, aveva fatto benissimo nel 1996 sfiorando la vittoria, e aveva gente come Nedved, Koller e Baros. Si andò ai supplementari e lì la Grecia calò l’asso, ovvero Traianos Dellas, riserva della Roma che segnò al 105° minuto.
Un altro 1-0, un’altra vittoria di misura per la storica finale. L’importante era partecipare? Non proprio, mentre i portoghesi degustavano il successo casalingo, i biancoblu videro meglio la vhs della prima gara: un bis sarebbe stato possibile.
Così fu, gioco maschio e senza fronzoli, cross per Charisteas e colpo di testa vincente. Il miracolo Grecia si spiegò anche così.
Questo l’undici titolare: Nikopolidis era l’esperto portiere, Seitaridis, Kapsis, Dellas e Fyssas la linea difensiva, Katsouranis, Basinas, Zagorakis e Karagounis i centrocampisti, Giannakoupoulos e Charisteas lì davanti. C’era anche Vryzaz, transitato da Perugia e Firenze, nonché tanti carneadi che arrivarono a fare comparsata in Serie A.