É il Mourinho day a Roma: nel giorno della presentazione l’allenatore ha citato Marco Aurelio lanciando frecciate a Conte e all’Inter.
Roma ha il suo nuovo condottiero. É José Mourinho, che fra un murales, una foto in vespa e i messaggi ai tifosi, si è già preso la piazza. C’era attesa per la sua conferenza stampa. Nelle sue “prime” davanti ai microfoni all’Inter e negli altri club, le sue parole non furono mai banali. Anche davanti alla piazza giallorossa lo Special One ha acceso l’entusiasmo, parlando di Ronaldo, di Marco Aurelio, e lanciando frecciate indirette ma abbastanza chiare.
“Sono qui per la Roma – ha dichiarato sul suo ritorno in Italia – e non per dare qualcosa al calcio italiano. Se accadrà sarà un di più, ma sono l’allenatore di questa squadra, farò tutto per difenderla e per divertirci”. Poi la citazione. “Sono qui perché siamo vicini alla statua di Marco Aurelio. Un significato simile a quello che ho avvertito quando ho parlato con Dan e Ryan Friedkin. Vogliono fare qualcosa con passione e in maniera sostenibile. Il mercato? Parlo con Tiago Pinto e con la società. Per il resto non ho affrontato il tema con nessuno”. Poi una frecciata netta.
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Nel giorno della presentazione alla Roma, Josè Mourinho ha svelato il progetto condiviso con i Friedkin, e una sua particolare dichiarazione sembra diretta all’Inter. Proprio alla sua ex squadra, alla quale è legato. O forse ad Antonio Conte. “Non parliamo di titoli, sarebbe una promessa facile. Bisogna invece ragionare sul tempo. Sul progetto. Se miglioriamo allora arriveranno anche i titoli. La proprietà non vuole un successo isolato, ma vuole alzare il livello e restare in alto. Un successo isolato è facile se vinci e poi non hai i soldi per pagare gli stipendi”.
Sembra una frase diretta all’Inter, mentre quella per Conte è netta. “Ci sono allenatori che non puoi paragonare. Ad esempio qui non puoi fare paragoni con Liedholm o Capello. E in nerazzurro non puoi paragonare nessuno a me o Herrera”. Diretto, chiaro, spontaneo. L’avventura di Mourinho a Roma parte col botto. Ora la prova più difficile, quella del campo. Ma le motivazioni allo Special One non sembrano mancare.