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Calcio

Quando Italia e Inghilterra si affrontavano ogni anno

Italia e Inghilterra, un classico del calcio, almeno tra club: per anni le squadre italiane e inglesi si sono incontrate ogni anno.

Tifosi inglesi a Roma (fonte foto GettyImages)

La tradizione calcistica unisce Italia e Inghilterra. Se dal punto di vista delle rappresentative nazionali sono pochi gli incroci sul campo tra gli Azzurri e i Tre Leoni (quella di Euro 2020 sarà la prima finale tra le due squadre, anche perché i britannici solo un’altra volta erano arrivati all’atto conclusivo di un torneo), club inglesi e italiani si sono sfidati più volte nel corso dei decenni. E non solo in Coppa UEFA/Europa League o Coppa dei Campioni/Champions League.

C’era un tempo in effetti in cui tutti gli anni alcune squadre del nostro campionato e alcune rappresentanti del football d’Oltremanica si scontravano sul terreno di gioco con in palio un trofeo. Un tempo in cui esistevano competizioni che riguardavano esclusivamente squadre italiane e squadre inglesi. Trofei morti da decenni, ma mai dimenticati. Come la Coppa di Lega italo-inglese.

Di cosa si trattava? Di una competizione disputata in gara di andata e ritorno tra le squadre italiane che avevano vinto la Coppa Italia e le squadre inglesi che avevano vinto la Coppa di Lega inglese (nelle prime tre edizioni) o la Coppa d’Inghilterra (nelle ultime due). In sostanza, una sorta di Supercoppa delle Coppe riservata solo a club italiani e inglesi.

La prima edizione, quella del 1969, vide una contro l’altra lo Swindon Town e la Roma. Nella gara d’andata i giallorossi s’imposero per 2-1, venendo però travolti per 4-0 nella gara di ritorno. La seconda edizione vide trionfare il Bologna contro il Manchester City. I felsinei vinsero in Emilia per 1-0 e bloccarono i Citizen sul 2-2 al ritorno. Nella terza edizione il trofeo tornò invece in Inghilterra grazie al Tottenham, che superò il Torino per 1-0 al Comunale e s’impose per 2-0 tra le mura amiche.

Dopo qualche stagione di pausa, l’Italia riuscì a rifarsi grazie alla Fiorentina. I Viola vinsero per 1-0 con il West Ham al Comunale e con lo stesso risultato riuscirono a espugnare anche Upton Park. L’ultima edizione di questa storica fu quella del 1976, che vide il Napoli portare a casa il trofeo contro il Southampton. Nella gara d’andata gli inglesi vinsero per 1-0 in casa, ma al San Paolo al ritorno non ci fu storia: gli azzurri travolsero i rivali per 4-0, con i gol di Chiarugi, Bruscolotti e doppietta di Speggiorin.

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Italia vs Inghilterra: la storia della Coppa Anglo-Italiana

Tifosi italiani a Wembley (fonte foto GettyImages)

L’altra importante competizione riservata solo a club italiani e inglesi fu la tribolatissima Coppa Anglo-Italiana. La sua è una storia molto particolare. Fu ideata nel 1969 da Gigi Peronace, un manager italiano che si era trasferito negli anni Sessanta in Inghilterra. Il motivo? Poter concedere allo Swindon Town l’opportunità di giocare in Europa. Il piccolo club di Swindon aveva infatti appena conqusitato la Coppa di Lega Inglese, ma a quei tempi i regolamenti della Football Association non prevedevano la possibilità di gareggiare in competizioni continentali per club che non fossero di prima divisione. E lo Swindon militava in terza divisione.

Nacque così questa competizione riservata a sole squadre italiane e inglesi. Ma le sue fortune furono alterne. Dopo le prime edizioni interessanti, anno dopo anno al trofeo iniziarono a partecipare squadre di sempre minor prestigio, abbassando l’interesse dei media sull’evento. Così, dagli anni Settanta si pensò di farlo disputare solo a squadre semiprofessionistiche (della Serie C italiana e delle leghe dilettantistiche inglesi, dalla quinta categoria in giù). Ma questo non servì a salvare il trofeo, che cambiando denominazione e sponsor riuscì a trascinarsi fino alla metà degli anni Novanta, prima di morire definitivamente.

Interessante notare che nelle prime edizione di questo evento si sperimentarono regole molto particolari. Ad esempio si assegnò un punto per ogni gol segnato, o si utilizzò una regola del fuorigioco che lo riduceva solo agli ultimi 16 metri di campo, per cercare di rendere le partite più spettacolari. Piccoli espedienti che non stimolarono l’interesse delle manifestazioni Uefa.

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Insomma, si trattava proprio di una competizione fuori dal comune. E lo dimostra anche l’albo d’oro: nell’epoca professionistica vinsero Swindon, Blackpool, Roma, Newcastle e, negli anni Novanta, Cremonese, Brescia, Notts County e Genoa (ultimo detentore); in quella semiprofessionistica addirittura club come Monza, Lecco, Udinese, Sutton United, Triestina, Modena (due volte), Cosenza, Francavilla, Pontedera e Piacenza. In totale, le italiane trionfarono 14 volte, le inglesi 5. Che possa essere di buon auspicio?

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Mauro Abbate