Comparse italiane, ma anche assoluti protagonisti. Chi sembrava fuori dai giochi, ha avuto la sua rivincita agli europei in prima persona o anche negli staff dei tecnici.
Euro 2020 ha dimostrato come, con il buon lavoro, i professionisti non devono essere considerate delle comparse italiane, bensì assoluti protagonisti. Un po’ come a teatro o nel cinema, ci sarà un attore protagonista sempre ma ha bisogno sempre di tanti personaggi per svilupparsi al meglio.
Il climax finale poi premia un po’ tutti, perché i successi sono il frutto di un lavoro condiviso. Lo sa bene l’Ucraina, che ha una dorsale italiana abbastanza interessante. Non sono delle comparse, quanto delle certezze italiane quelle che aiutano il mister Andryi Schevchenko. In particolar modo, al suo fianco c’è Mauro Tassotti che, dopo la vita da calciatore, è diventato il vice per eccellenza.
Prima lo fece a Cesare Maldini nella seconda parte della stagione 2000-2001, successivamente a Carlo Ancelotti. Sembrava addirittura poterne prendere il posto, ma alla fine ha preferito rimanere dietro le quinte. In particolar modo i meccanismi difensivi dell’Ucraina beneficiano del lavoro di Tassotti, un uomo di calcio che preferisce la costanza alle luci della ribalta.
Nello staff del tecnico c’è anche Andrea Maldera, figlio di Aldo. Che fu una colonna del Milan e uno dei primi terzini del calcio moderno.
La storia che sicuramente ha appassionato tutti è quella di Marco Rossi. Considerato tra le comparse italiane ad Euro 2020, ha saputo praticamente prendersi una rivincita gustosa. Dopo lo 0-3 contro il Portogallo, ha fermato i campioni del mondo francesi per 1-1, poi addirittura ha rischiato la qualificazione, pareggiando alla fine per 2-2 contro la Germania.
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Gli ungheresi hanno praticamente un idolo incontrastato nel loro tecnico, che ha già rifiutato qualche offerta interessante dalle altre nazionali, così come da club di Inghilterra e Germania. In Italia non tornerebbe, troppo forte la paura di potersi “bruciare” in tre mesi. Il calcio italiano, poi, non sembra “perdonare” chi ha scelto di proseguire la sua carriera necessariamente altrove.
È italiano anche il braccio destro di mister Vladimir Petkovic alla Svizzera. Antonio Manicone è l’uomo di fiducia che ha conosciuto Petkovic alla Lazio, con un grande rapporto umano proseguito anche in nazionale. Con reciproca soddisfazione, gli svizzeri se sono arrivati tra i primi quindici nel ranking Fifa devono molto al loro lavoro, fatto con scrupolo e costanza.
È originario italiano… senza saperne la lingua Franco Foda. Origini venete per il tecnico dell’Austria, che ci ha messo in seria difficoltà negli ottavi di finale. Non comparse italiane, ma protagonisti a loro modo. Perché nel calcio non conta spesso partire come attore protagonista, quanto vincere un oscar personalissimo partendo dalle retrovie.