Germania-Argentina fu una finale mondiale che diede a Leo Messi la più grande delusione della sua carriera sportiva. E ai tedeschi l’ultima dimostrazione di forza.
Le finali dei mondiali hanno una loro storia nella storia. E quella tra Germania e Argentina non è mai una gara banale. Due sono stati gli appuntamenti all’ultimo atto per queste due squadre, con i tedeschi ad imporsi. Vinsero quando erano Germania Ovest nel 1990, in Italia bastò un discusso rigore realizzato da Andreas Brehme. Si ripetettero ventiquattro anni dopo in Brasile, l’epopea dei tedeschi coincise con la rabbia di tutto il Sudamerica.
La Germania divenne la squadra giustiziere di chi voleva un titolo mondiale ancora in Sudamerica, Brasile e Argentina furono le vittime preferite. In particolar modo i brasiliani furono massacrati dai teutonici. Pur senza Thiago Silva e Neymar, nessuno avrebbe mai immaginato un “cappotto” così pesante in casa. Ci fu il secondo dramma calcistico della vita dei brasiliani, quel 7-1 fu già un antipasto corposo delle intenzioni di Low, che sicuramente non aveva paura dell’Argentina.
Che contava sul suo fenomeno, Leo Messi. Bravissimo nei gironi, un po’ meno nella fase finale, l’unica sua traccia fu il rigore delle qualificazioni in semifinale battuto contro i Paesi Bassi. Ma per un talento di questa razza, essere anonimo in una finale mondiale non è ammesso.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> Per i tedeschi la missione è… Tokyo
Una Germania tiratissima in finale
Come tutte le finali, lo spettacolo è un elemento secondario, quasi fastidioso. Perché quando si affrontano una squadra europea e una sudamericana all’ultimo atto, i tatticismi fioccano. Low addirittura spiazzò tutti mettendo tra i titolari il carneade Kramer, che si infortunò pure dopo 33 minuti. Sabella fece peggio, sostanzialmente proponendo un tridente composto da Lavezzi, Higuain e Messi. Chiedere gol all’ex napoletano sarebbe stato forse un po’ troppo, dopo 45 minuti il cambio. Higuain vagò nell’aria tedesca, inciampando nei momenti topici, Leo Messi girò al largo dell’area di rigore.
Gara non brillantissima, frutto della tensione. I tedeschi avevano già compiuto l’impresa, strabordando contro il Brasile si erano riscattati dal supplementare contro l’Algeria negli ottavi, che già aveva aperto le polemiche.
L’Argentina era arrivata al 13 luglio 2014 con un girone dove Leo Messi sembrava prenderla per mano in ogni passaggio. E lo scalpo di Svizzera, Belgio e Olanda senza mai convincere, alternando supplementari, vittorie di misura e calci di rigori come una lotteria.
E anche quella finale fu decisa da un episodio. Che ebbe come protagonista Mario Gotze entrato all’88° minuto al posto del “vecchio” Miroslav Klose. Nei supplementari ci mise la zampata decisiva, quella che bastò per tutto il popolo tedesco.
La soddisfazione fu anche italiana. Nicola Rizzoli non sbagliò una mossa, i suoi assistenti Renato Faverani e Andrea Stefani diedero un grande supporto.