Il Consiglio Federale ha confermato le decisioni della Covisoc: bocciato il Chievo e 5 club. É la fine del sogno di un rione magico?
C come Chievo, ma anche come Campedelli e Champions. O magari Cosenza, che è ad un passo dal subentrare in Serie B al club gialloblu. Tutto all’insegna della C. Quella lettera che ha sempre tracciato la strada del sogno, partito proprio da quella categoria. C come cavalcata. Quella della stagione 1993-94, in cui la squadra fu promossa in Serie B. Sette anni e poi il sogno della massima categoria, nel 2001.
Il Chievo Verona diventa fenomeno di massa, è citato anche su Topolino, in un episodio in cui i personaggi hanno le maglie gialloblu. L’anno dopo, la magica creatura di Campedelli termina al quinto posto. Il Chievo diventa una realtà stabile in Serie A, fino all’anno incredibile. Nel 2005 il club chiude al quarto posto, e va dritto ai preliminari di Champions. É la squadra di Eriberto e Amauri, di Tiribocchi e Pellissier, ma anche di Sammarco, Semioli e Sicignano. Quella di un preliminare perso con il Levski Sofia, passato quasi inosservato nell’estate di Calciopoli.
E invece era un’altra incredibile storia all’insegna della C. Del Chievo di Campedelli in Champions, di un quartiere di 4.500 abitanti che festeggiano un traguardo impossibile. Poi la retrocessione, il ritorno in Serie A e ancora la cadetteria. La lettera C però diventa inferno per Campedelli. Diventa Covisoc, ma anche Consiglio Federale e una sentenza che rischia di porre fine al sogno.
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Bocciatura. Netta, forse anche attesa. Ma alla quale nessuno vuole credere. Di sicuro nel quartiere che è arrivato dalla Serie C alla Champions League, ma anche fra i tanti appassionati di calcio, che in quella magica storia hanno intravisto la possibilità di lanciarsi da 0 a 100 nel calcio che conta. E invece il Chievo incassa una sentenza pesante. Il Consiglio Federale della Figc, a seguito delle segnalazioni della Covisoc, ha bocciato i ricorsi del Chievo, ma anche di Casertana, Novara, Carpi, Paganese e Sambenedettese.
E intanto il Cosenza resta alla finestra e spera. Al Chievo non resta che il ricorso al Coni, ma la vicenda legata alla rateizzazione in 12 mensilità dei contributi per dipendenti e lavoratori, riconosciuta dall’Inps ma non prevista dalla Covisoc, rischia di porre fine al sogno. Quello di Campedelli, che qualche mese fa dopo i torti contro il Monza annunciò di pensare al ritiro della squadra, “invisa alla Lega” secondo il suo parere. Ci ha pensato il Consiglio Federale, ma l’impressione è che il presidente andrà fino in fondo, cercando di fare il possibile per salvare la sua squadra. Quella idea magica di sport, che rischia di essere l’ultima ad aver acceso l’entusiasmo dei nostalgici del calcio di un tempo. Di chi crede nelle favole che iniziano dal nulla e si chiudono sempre con un lieto fine inatteso. Che per ora, ancora non c’è.