L’Udinese ha una classifica d’acquisti molto particolare. Perché i fenomeni sono stati pagati relativamente poco, e spesso le spese della top ten sono state vanificate dal tempo.
Tra le squadre italiane che hanno incassato di più negli ultimi anni c’è l’Udinese che, invece, sul lato degli acquisti ha avuto una strana parabola. Perché i campioni li ha acquistati a pochissimo, rivendendoli a peso d’oro, mentre quando ha messo mano al portafoglio ha avuto una rendita alternata.
Lontani i tempi degli acquisti che facevano scendere la gente in piazza al grido «o Zico o Austria», sono passate diverse generazioni a confronto. Ma fa strana vedere come l’acquisto più caro della storia, stando almeno ai bilanci, sia quello di Rolando Mandragora, pagato alla Juventus venti milioni. Il ragazzo è stato ceduto a gennaio in prestito con diritto di riscatto al Torino, poteva diventare un leader al “Dacia Arena” ma infortuni e motivazioni hanno avuto il loro peso.
Ben più incisività hanno avuto gli altri due calciatori sul podio degli acquisti più cari. Roberto Muzzi era stato acquistato dal Cagliari per venti miliardi circa, in euro fanno dieci milioni. E tanti gol a corredo, quasi simile la cifra per Stefano Fiore, 9,7 milioni di euro messi in bilancio sul fronte acquisti.
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L’azzurro e le meteore brasiliane
Due parole in più proprio su Stefano Fiore, perché l’Udinese lo ebbe dal Parma in un momento con tanti affari in corso. Erano gli anni di Marcio Amoroso, Walem e Appiah, Fiore esplose in terra friulano conquistando la nazionale e un lauto ingaggio, successivamente, alla Lazio.
Al quarto posto degli acquisti c’è l’argentino Pussetto, mai totalmente decisivo, ma nemmeno così scarso da non meritare una riconferma il prossimo anno. Quinta posizione per Faraoni, ora al Verona, ma all’epoca preso dall’Inter per 8 milioni di euro. In Friuli giocò poco, l’Udinese sulla fascia destra aveva tante alternative.
L’acquisto più decisivo di una decina di anni fa fu Fabio Quagliarella, riscattato dalla Sampdoria quando c’erano le comproprietà per 7,3 milioni di euro. Anche in questo caso, un volo verso la Nazionale e poi verso squadre che puntavano allo scudetto, vincendone qualcuno anche con la Juventus.
Scendendo si va quasi verso gli inferi calcistici. Warley lo ricordano solo i collezionisti di figurine o quasi, all’Udinese costò 7 milioni di euro (14 miliardi del vecchio conio) per strapparlo dal campionato brasiliano, un milione in meno invece Walace. Giocatore da tempi recenti, così come Bajic che il suo meglio lo ha mostrato in prestito all’Ascoli, ma è costato cinque milioni e mezzo.
Infine il mago Maicosuel, una scommessa persa in partenza. 5,3 milioni di euro e un rigore entrato nella storia e costato molto di più. La Champions svanita per un cucchiaio, che peccato.