Il Cagliari può puntare all’Europa? Missione ardita quella per i rossoblù, ma il gruppo di Leonardo Semplici potrebbe anche stupire.
Il laboratorio Cagliari ha un obiettivo europeo da non sottovalutare. Perché l’odore di Europa in Sardegna manca addirittura dal 1994, quando quel collettivo rossoblù riuscì a imporsi sulla Juventus e quasi a fare un miracolo in Coppa Uefa.
Ricordi memorabili nella vita calcistica del Cagliari, che uno scudetto lo vinse anche nel 1970 e divenne la provinciale più simpatica d’Italia grazie ai gol di Gigi Riva. Ma il tripudio recente lo garantirebbe solamente una nuova qualificazione in Europa, qualunque essa sia.
Una missione che i sardi sembravano quasi compiere con Rolando Maran, che due stagioni fa nel girone d’andata erano addirittura collocati in zona Champions League. Il calo fisico e atletico fece il resto, abbinato a una tenuta mentale non troppo eccezionale.
Da allora, è rimasto sempre qualcosa nell’ambiente. Un sogno, un desiderio o anche un premio alla perseveranza, perché il Cagliari ha una tifoseria da Europa che conta. E anche un parco giocatori che, se ben allenato e messo in campo, potrebbe regalare molte soddisfazioni, non solo quelle provate per aver raggiunto la salvezza. In questo la dirigenza e mister Semplici dovranno esserne consapevoli.
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Ovviamente, la rosa del Cagliari dovrà essere ancora ritoccato. Il presidente Giulini ha investito moltissimo nella rosa, avendo risultati saltuari. Sicuramente da qualche punto fermo si riparte, a meno di scossoni causati dal mercato. Per Cragno, Joao Pedro e Nandez ci sarà l’intoccabilità, tutti gli altri hanno più o meno un piccolo margine di variabilità.
Proprio per questo, si potrà lavorare già con una base rodata, e nel pre-campionato le amichevoli contro Vicenza, Augsburg e Mallorca daranno già il senso del valore della rosa. Dalla quale già nel ritiro sono partite le prime defezioni, non convocando Cerri, Vicario, Farias, Faragò e Pinna. Elementi già partiti o ancora nella lista delle cessioni, ma il messaggio è apparso chiaro sul come ripartire e con chi.
Non è stato rinnovato il contratto di Asamoah, né il prestito di Rugani e in avanti il dualismo Simeone-Pavoletti non sembra essere utile a entrambi. L’argentino ha più mercato ed è quello che partirebbe con più gaudio, i gol maggiori sono arrivati dal centravanti italiano negli anni passati.
Senza dimenticare Joao Pedro che per il Cagliari ha dato tutto, e forse meriterebbe anche una chance d’Europa. Ma arrivare al settimo posto, obiettivo visto come un miraggio, non è semplicissimo, ci vorrà una grande voglia di fare e una capacità di ottenere risultati positivi contro qualunque squadra.
Soprattutto, ci vorranno gli uomini giusti. Strootman è già un acquisto importante, altri due-tre elementi potrebbero alzare il livello della contesa.