Il Frosinone riparte quasi da zero. La società ciociara dovrà cercare con Fabio Grosso di tornare tra le grandi del torneo cadetto.
C’è una Serie B che aspetta anche chi è rimasto deluso. Il Frosinone rientra a pieno in questa categoria, in quanto con il prossimo torneo saranno tre le stagioni di fila in cadetteria. Per il blasone andrebbe più che bene, per le ambizioni delle tifoserie forse meno.
Il miracolo dei ciociari è stato una grande novità nel panorama calcistico, poi non confermato nei fatti nelle ultime stagioni. Troppi volti e poche facce, come direbbero gli esperti teatrali, ma anche una squadra che non ha mai dato la sensazione di voler primeggiare.
Così, il Frosinone è dovuto quasi ripartire da zero. La riconferma in panchina di Fabio Grosso è arrivata dopo aver raggiunto la salvezza. Obiettivo minimo, in quanto la rosa doveva fare molto di più, ma l’ex campione del mondo 2006 ha riportato un po’ di serenità. E per Grosso, quella del Frosinone, è una sfida nella sfida: dimostrare di essere un tecnico pronto e preparato.
Sinora non ha avuto grandissima fortuna, nonostante le tante chance avute, in Serie B e anche in Serie A, nel breve interregno al Brescia. Dove mise fuori squadra Mario Balotelli, giusto per dimostrare anche di avere carattere in panchina.
Quella di Frosinone è una piazza che attende una pronta risalita. In particolar modo, la rosa è stata già rinnovata. Tanti i calciatori arrivati con belle speranze, molte le partenze, alcune anche a parametro zero come quella di Lorenzo Ariaudo.
L’impressione è che in Ciociaria il pensiero era di rifare un ciclo e dunque salutare, e ringraziare, gli ultimi protagonisti della Serie A. raggiunta due volte con altrettante retrocessioni, ma è stata comunque una missione importante per forgiare l’anima.
In particolar modo, la prima avventura ha rappresentato l’idea di un sogno. Con Roberto Stellone due promozioni di fila e il grande approdo. Il primo punto fu conquistato a Torino contro la Juventus, segnò il… tifoso Leonardo Blanchard.
Poi ci furono momenti di gloria alternati a batoste, sino alle ultime giornate quando la squadra andò in Serie B ma tra gli applausi del pubblico del “Matusa”. Uno stadio vecchio di nome e di fatto, sostituito da quello di proprietà, il “Benito Stirpe”.
Pronto nella seconda avventura in Serie A, non proprio gloriosa e memorabile. Un mercato sbagliato, stranieri senza un perché, poca concentrazione in stagione. Tanti i fattori che portarono alla seconda retrocessione, da cui il Frosinone non sembra ancora essersi ripreso.
Il prossimo torneo di Serie B sarà più esplicativo, se i gialloblu riavranno una marcia positiva potranno essere la mina vagante del campionato.