Il ricambio generazionale è un argomento che ha toccato Euro2020 ma non la Copa America. Sarà un fattore decisivo anche al mondiale di Qatar 2022?
C’è un elemento spesso sottovalutato, ma che per una volta sorride al calcio europeo. Il ricambio generazionale è stato un fattore in più nella ormai passata edizione di Euro 2020 che, al contrario della Copa America, ha lanciato tanti talenti.
Spesso decisivi con i loro gol, ma anche come prospetti per il futuro che possono dare continuità nelle nazionali. Prendiamo l’esempio dell’Inghilterra, anche al mondiale di Qatar 2022 dovrebbe recitare un ruolo di assoluta protagonista. La batteria dei giovani è semplicemente mostruosa, perché Foden e Bellingham sono gli ultimi arrivati, ma anche Sancho, Mount, Sterling e altri ancora non sono dei vecchi attempati, anzi.
E anche l’Italia ha saputo ritrovare motivazioni con i più giovani. Bastoni in difesa, Locatelli, Pessina a centrocampo, Raspadori, Kean e Zaniolo davanti: almeno sei ragazzi potranno prendere le redini della Nazionale tra un anno e qualche mese. Continuando il loro percorso di maturazione e segnando spesso gol decisivi come già accaduto. Per non parlare di Chiesa, che vecchio non è ma già appare maturo e pronto al punto giusto.
Così come la Spagna, che ha lanciato un gioiello chiamato Pedri e ha raccolto applausi in tutta Europa. Con un Dani Ceballos che promette scintille.
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Sudamerica alla ricerca di ambizioni
L’Europa che piace ha avuto un grande ricambio generazionale, cosa che è accaduta anche a Francia e Germania con risultati diversi. I blues molti ragazzi dovranno recuperarli alla causa, i tedeschi dovranno capire se i “grandi vecchi” abdicheranno una volta per tutte, lasciando lo spazio necessario.
Problemi che, per il ricambio generazionale, avanzano per le squadre brasiliane. La Copa America ha spesso rimarcato un aspetto quasi retrò, ovvero che i comprimari dei campionati europei brillano in quella coppa. E non perché ci sia un grande scouting, ma per fare di necessità virtù. Con tutto il rispetto per Molina, ma se l’Argentina non ha alternative sulle fasce tutto ciò è abbastanza grave. E si ripete nel corso del tempo, spesso ai mondiali l’albiceleste convoca una marea di centrali adattandoli sulle zone laterali.
Per non parlare dell’attacco, Leo Messi non sarà eterno, al suo fianco tranne Lautaro Martinez non emergono dei millennial pronti ad assumersi delle responsabilità.
Stessa cosa per il Brasile dove, notoriamente, le stelline rimangono tali anche quando passano i trent’anni. Il partner ideale di Neymar non c’è ancora, nonostante tutta Europa guardi ai talenti del Santos e agli svincolati invernali.
Un problema del ricambio generazionale lo avrà anche la Colombia: passata la generazione di Cuadrado, Rodriguez e Zapata, mancheranno le serie alternative.
Per non parlare del Cile, la generazione del 2015 è ormai andata sgretolandosi.