Giovani e vecchi mister a confronto. Dai più anziani ai più sbarbati, passano alcune generazioni di calcio e vita vissuta.
La Serie A degli opposti. Che i mister siano giovani oppure più vecchi, c’è l’identità di una squadra che passa lì in mezzo. In particolar modo, c’è un vissuto degli allenatori che vogliono dimostrare di non essere inesperti oppure di saper ballare bene nel grande gioco della Serie A.
Sicuramente i più anziani avranno qualche tranquillità in più, proprio perché i mister vecchi… fanno buon brodo. In questo caso fanno risultati, come per Fabrizio Castori che, tornato a Salerno, ha regalato una promozione attesa da più di vent’anni.
Risolto – almeno per il momento – il giallo del trust, è tempo di pensare alla campagna acquisti, con particolare predilezione per i suoi ex allievi dei tempi del Carpi. Fabrizio Castori non fa mistero di preferire la gente conosciuta, quando si diventa … vecchi allenatori, si affina anche il gusto umano nella scelta degli elementi.
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Aurelio Andreazzoli è in assoluto il totem della categoria. Classe 1953 (Castori è del 1954), è tornato ad Empoli ben sapendo quello che potrà fare. Ovvero un calcio aggressivo, fatto di rincorse e messe in moto, accompagnandolo anche con il talento di tanti giovani emergenti.
La panchina per i quarantenni
Una caratteristica della Serie A è di aver allargato la scelta sui giovanissimi mister. Che non soffrono la pressione, anzi. Vincenzo Italiano (classe 1977, ma sembra molto più giovane) lo ha dimostrato nel passaggio dallo Spezia alla Fiorentina, non è stato facile tener botta nel mese di giugno alle pressioni. A Firenze sperano di rivedere un gioco coriaceo, anche se passerà tanta fortuna dalla campagna acquisti.
Chi, invece, ha bisogno di più fortuna è sicuramente Thiago Motta. Classe 1982, ancora lo vediamo in campo a dettare i tempi di regia. Ma dai tempi della maglia numero 10 in Nazionale è passato ormai un quinquennio ed è alla sua seconda esperienza in Serie A da mister.
Esperienza da affinare e da forgiare. Forse il compito più duro è quello che attende Alessio Dionisi, classe 1980 e fautore di un calcio efficace tra Imolese, Venezia ed Empoli. L’addio ai toscani con qualche strascico e l’eredità di Roberto De Zerbi sono già fattori d’analisi. Quasi impossibile ripetere l’ottavo posto, il Sassuolo con qualche cessione ha fatto capire di volere riaprire un nuovo ciclo: la sostenibilità del progetto non è un problema.
Sicuramente è atteso da una bella sfida anche Paolo Zanetti, tra i mister quello che è rimasto volentieri nella sua squadra d’appartenenza. Il rinnovo triennale con il Venezia è il segnale di fiducia verso i giovani tecnici preparati, ma se… avrà dei giocatori vecchi ed esperti sicuramente avrà un compito più facile nel mare tempestoso della salvezza.