Felipe Anderson sarà maturo al punto giusto per la Lazio e per Maurizio Sarri? La sfida tattica sarà interessante per i biancazzurri.
Il ritorno del figliol prodigo, la maturazione e il comandante. I temi caldi di questi ultimi giorni ruotano intorno a Felipe Anderson e a Maurizio Sarri, che si trovano ora a dover gestire il nuovo corso della Lazio. Il ritorno del brasiliano è stato un colpo atteso dalla tifoseria che potrà beneficiare di un elemento che, con i colori biancazzurri, ha già mostrato tante cose interessanti.
Non è un caso che proprio difendendo la Lazio aveva raggiunta la titolarità in nazionale, dimostrandosi così un elemento prezioso e soprattutto importante. Ciò che gli ha fatto difetto, in passato, è stata la continuità, perché come mezzi atletici e tecnici ce n’erano ben pochi come lui nella Serie A italiana.
È un colpo alla Claudio Lotito, senza dubbio. Acquistato a sette milioni e mezzo dal Santos, rivenduto a 38 milioni al West Ham, ricomprato a otto. Sicuramente c’è dell’ingegno di bilancio per il ritorno del brasiliano, che ora attende le prime gare della Lazio per dimostrare di essere un giocatore nel vivo della sua carriera. Soprattutto, la curiosità sarà tattica, come si integrerà negli schemi di Sarri?
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Un trequartista a tutto tondo
Dove giocherà il brasiliano? Probabilmente sarà il trequartista per lo schema di Sarri qualora ci sia bisogno del 4-3-1-2. Quasi sul modello del primo Empoli, con il fantasista a dover giocare tre le linee ma con compiti di copertura anche importanti.
Non sarà un giocatore anarchico, questo è poco ma sicuro. Sarri, infatti, lo utilizzerà solo quando lo vedrà concentrato al 100%, non è di certo propenso all’emozione nel vedere un qualche tocchetto futile in campo e basta. Anzi, spesso chi è lezioso imboccherà la via della panchina ad eternum.
Dunque, ci sarà da sudare dal ritiro in corso in poi per Felipe, che alla Lazio era arrivato nell’estate del 2013. Dopo una prima stagione di ambientamento, incominciò a fare magie e spettacolo, dimostrandosi un funambolo ricco di qualità. Stagioni importanti quelle vissute a Roma, con la titolarità persa nella stagione 2017-18 in una della Lazio più offensive di sempre.
Proprio in questo ci fu il capolavoro di mercato, cedendo Anderson quando c’erano già tante alternative. Venduto a peso d’oro, per altro, il West Ham non aveva problemi di liquidità e nemmeno in campo con una prima stagione di lusso in Premier League: 36 presenze e 9 reti all’esordio, con il Manchester United a chiedere informazioni.
Poi le incomprensioni, le panchine e un prestito al Porto poco fruttifero con sole dieci presenze stagionali. E ora l’occasione di ripartire da un ambiente familiare, ma gestito da un nuovo comandante.