Il Perugia, tornato in Serie B, vorrà fare un campionato di tutta tranquillità. Anni da montagne russe hanno un po’ spazientito i tifosi umbri.
L’obiettivo della tranquillità è spesso il più ricercato. Lo sanno bene i tifosi del Perugia, che vedranno tra un mese la loro squadra tornare in campo in Serie B. una categoria che forse è anche stretta per una piazza che ha sempre messo tanta passione, ed è stata abituata ad annate coinvolgenti in Serie A.
Il nuovo millennio, però, ha regalato spesso dei sali e scendi da paura, tra Serie A, B e C, spesso molti sono stati i capitomboli inattesi. La tenacia della piazza e di quanti hanno operato nel Perugia, comunque, è ben visibile: la proprietà dei Santopadre vorrà comunque riportare i grifoni in alto.
Un ritorno in Serie B giunto dopo un campionato vinto anche con molte difficoltà: il testa a testa con il Padova è stato faticoso ma appassionante. La squadra allenata da Fabio Caserta è stata più lucida e ha conquistato un primo posto meritato nel Girone B. Poi il tecnico ha lasciato il “Renato Curi” per trasferirsi in direzione Benevento. Al suo posto Massimiliano Alvini, reduce da una promozione e da una retrocessione con la Reggiana.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>>Un altro ex tecnico perugino trova panchina
Il Perugia metterebbe già oggi per una salvezza tranquilla. La memoria ricade al 2020, dopo il lockdown gli umbri sembravano almeno tranquilli in classifica, era tornato Serse Cosmi dopo l’inizio di Massimo Oddo e si pensava addirittura ai playoff.
Bastava fare una buona serie positiva e, invece, accadde proprio il contrario. Il Perugia cominciò a non vincere e, dopo la gara persa a Cosenza, andò proprio in crisi tanto da giocarsi lo spareggio playout contro il Pescara. Due squadre e due piazze non abituate a tutto ciò, gli umbri le tentarono tutte anche facendo tornare in panchina Oddo ma fu tutto inutile.
Così, ripartenza dalla terza serie e una “punizione” smaltita con un campionato di pura efficacia. Il ritorno in Serie B è il premio, che va confermato anche con una buona campagna acquisti. Nessuna spesa folle, anzi bisognerà prendere elementi di esperienza: questo è ciò che ha richiesto Alvini. Qualcuno è arrivato, qualcun altro arriverà, perché sono lontani i tempi degli esperimenti.
Perché questo Perugia è quanto di più lontano possibile da quello di Luciano Gaucci. Nessun coreano cacciato dopo i mondiali, nessun iraniano o cinese come grande scommessa da proporre al calcio italiano. Nessuna polemica contro il sistema o punizione estrema come gli hotel a una stella dopo una sconfitta.
Solo voglia di fare calcio e, possibilmente, riprendere pian pianino un pezzo di storia che appartiene a Perugia e ai tifosi umbri.