La sfida tattica di Josè Mourinho con la Roma è abbastanza interessante. Fare un quartetto d’archi offensivo che possa scardinare qualsiasi difesa.
Josè Mourinho spesso deve combattere contro… le malelingue. Che lo accusano di essere un grande psicologo in campo, ma non un grande esperto di tattica. Cosa non vera e già dimostrata con l’Inter, quando in Champions League cambiò pelle ai nerazzurri in base all’avversario conquistato poi la coppa dalle grandi orecchie.
Il portoghese, proprio parlando di tattica, arrivato alla Roma ha già visto il materiale a disposizione e si è convinto come l’abito offensivo sia il migliore per i giallorossi. In particolare se tutte e quattro le stelle offensive impareranno a convivere e a sacrificarsi l’uno per l’altro. Perché davanti a Rui Patricio, intanto, è confermata l’impostazione a quattro, anche se non sarà facile trovare il sostituto per Leonardo Spinazzola nella prima parte di stagione.
La mediana invece avrà due elementi. Uno muscolare e uno tecnico, su questo le indicazioni sono molteplici e c’è parecchia scelta in mezzo al campo, anche se gli esuberi dovranno essere ben presto ceduti. Infine il pacchetto offensivo dove la possibilità di integrare quattro stelle è quella che stuzzica di più.
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Così, la tattica di Mourinho può essere particolare nell’inserire quattro elementi offensivi. Soprattutto se, alcuni, hanno un’abitudine particolare al ruolo di appartenenza. Giocherebbe con tre fantasisti dietro Edin Dzeko, che sarà recuperato alla causa e, comunque, alternato con Borja Mayoral. Anche in base alle partite e al turnover, ovviamente.
I tre lì dietro al centravanti bosniaco o spagnolo dovrebbero garantire corsa, capacità di lettura nonché predisposizione a saltare gli avversari, creando superiorità numerica dalla trequarti a salire.
Nello specifico, la zona centrale sarà presidiata da Lorenzo Pellegrini. Smaltito l’infortunio che gli è costato Euro 2020, il romano e romanista sa di essere un perno per il tecnico lusitano. È l’elemento chiave dello schieramento, per la capacità di fornire assist ma anche per gli inserimenti per vie centrali. Soprattutto, è l’elemento che spesso risulta immarcabile proprio per il gran lavoro di raccordo che fa tra i reparti.
Ai lati di Pellegrini, invece, non è a sorpresa l’inserimento dell’armeno Mkhitaryan, che non aveva grandissimi rapporti con il tecnico. Ma è un elemento necessario per questa Roma. Partendo da sinistra può accentrarsi e andare alla conclusione, vede la porta, ha capacità di manovra e può così essere sempre più decisivo.
A destra, invece, la sorpresa sarà rappresentata da Nicolò Zaniolo. Che non è un’ala alla Federico Chiesa, ma le caratteristiche potrebbero collimare. La capacità di fare massa in campo, nonché di accelerazioni potrebbero essere necessarie. Anche al tiro, infatti, potrebbe sfruttare le sue caratteristiche, diventando imprevedibile per le difese avversarie.