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De Zerbi o Dionisi? Sassuolo, i tifosi fanno i primi confronti

Il Sassuolo da De Zerbi a Dionisi come cambierà il suo modo di giocare? Già dalle prime amichevoli qualche indizio sta emergendo.

Roberto De Zerbi con il Sassuolo a un passo dalla Conference League – Getty Images

La rivoluzione del Sassuolo è stata necessaria dopo la fine del ciclo di Roberto De Zerbi. Il tecnico ora in Ucraina ha tirato il massimo dal gruppo, con l’ottavo posto e il record dei punti, ma anche la valorizzazione e la consacrazione di Berardi, Locatelli e Raspadori, campioni d’Europa con l’Italia.

I meriti di De Zerbi e dell’ambiente sono innegabili, anche lo staff del Sassuolo è ambito sul mercato proprio per la grande capacità di programmazione. Che, necessariamente, è stata quasi stravolta con l’addio del tecnico e l’arrivo – nemmeno troppo immediato – di Alessio Dionisi. Che in principio sembrava ben stabile all’Empoli, poi i dissidi con il club toscano hanno portato l’addio e alle trattative del mister con Sampdoria e Sassuolo.

Scelto, però, il progetto emiliano per stabilità e consistenza, ora si chiede all’ultimo vincitore della Serie B di dare una sua identità e di mantenere i valori del Sassuolo in campionato, portando al bel gioco e anche alla valorizzazione dell’intero gruppo. Una rosa vista in questo ritiro, dove non mancheranno le sorprese in tutti i reparti: da un punto di vista tattico, Dionisi non escluderà proprio nessuno.

Differenze e punti in comune tra i tecnici

Alessio Dionisi esordirà in A con i neroverdi – Getty Images

Le differenze tra De Zerbi e Dionisi saranno sul lato offensivo. Il tecnico dello Shakthar infatti preferiva aggredire l’avversario con un pressing alto e una finalizzazione tattica consequenziale. Soprattutto, era lo schieramento offensivo a non dare riferimenti se, spesso e volentieri, mancava qualche interprete principale.

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Perché – non dimentichiamolo – i problemini fisici di Caputo hanno creato un grattacapo non indifferente, da cui comunque De Zerbi ne è uscito alla grande. Avanzare o meno Djuricic, lanciare Raspadori, alzare Boga direttamente sulla linea degli attaccanti già in partenza e non costringerlo a un lavoro di ripiego sulla fascia. Queste alcune direttive viste, in particolare nei big match l’atteggiamento era talmente spavaldo da giocare quasi con quattro punte e un trequartista.

E qui arrivano le differenze sul lato difensivo. Perché gli emiliani incassavano anche parecchi gol e i centrali difensivi, con l’ossessione del gioco dal basso, spesso regalavano occasioni, non essendo dei finissimi registi arretrati. Su questo sta lavorando Dionisi, a volte meglio spazzare la palla che non regalare occasioni agli avversari.

Il gioco non dovrà essere dispendioso, sulla stessa riga di quanto avveniva con l’Empoli. Che sapeva gestire i tempi per poi colpire improvvisamente. Soprattutto, la capacità di sacrificio era richiesta ai centrali di centrocampo, suddivisi proprio quasi tra… i portatori di legna, e quelli che potevano slanciarsi in avanti. In attesa delle prime partite, il cantiere del Sassuolo promette giovani speranze.

Published by
Massimo Maneggio