Gol ‘olimpico’ nella finale per il bronzo tra Stati Uniti e Australia alle Olimpiadi di Tokyo 2020: una prodezza da urlo.
Un gol ‘olimpico’ alle Olimpiadi vale il bronzo agli Stati Uniti. Megan Rapinoe, un fenomeno del calcio femminile internazionale, ha coronato la sua carriera con una prodezza durante una delle gare più importanti della sua vita, la finale per il terzo posto tra la formazione americana e gli australiani.
Lei, calciatrice fondamentale per l’intero movimento, dentro e fuori dal campo, è andata a segno con una delle specialità più apprezzate nel mondo del calcio, un gol da urlo che l’ha portata alla commozione per il significato. Grazie anche a questa già leggendaria marcatura, infatti, le ragazze americane sono riuscite a imporsi contro la squadra oceanica con il risultato scoppiettante di 4-3.
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Un gol straordinario che si porta dietro un’altra curiosità: perché il gol ‘olimpico’ si chiama così? Scopriamolo insieme. Piccolo spoiler: non c’entrano le Olimpiadi, o almeno non direttamente…
Gol olimpico: perché si chiama così
La terminologia gol olimpico è entrata nel gergo calcistico anche italiano direttamente dallo spagnolo e sta a significare proprio il gol segnato dalla bandierina del calcio d’angolo. La prima testimonianza ufficiale di un gol di questo tipo risale al 21 agosto 1924, quando ad andare a segno fu un certo Billy Aston in una partita di seconda divisione scozzese. Alcuni ritengono però che il primo gol ‘olimpico’ sia stato quello di Cesareo Onzari, che andò a segno pochi mesi dopo durante una gara tra la sua argentina e l’Uruguay, che all’epoca era appunto campione olimpico in carica: da qui la definizione di gol ‘olimpico’.
Nel corso degli anni ne abbiamo visti moltissimi, alcuni ancora ricordati, come quello di Marcos Coll in una gara tra Colombia e Unione Sovietica, una parabola capace di beffare addirittura il mitico Lev Yashin, altri quasi dimenticati. Ad esempio, in tempi recenti in Serie A ne vedemmo addirittura due in una sola partita a distanza di tre minuti. Era un Bologna-Fiorentina del 2018 e al Dall’Ara firmarono l’impresa prima Jordan Veretout, poi Erick Pulgar.
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Di grandi artisti del pallone che si sono specializzati in questo tipo di marcature ce ne sono stati molti: da Roberto Baggio a Ronaldinho, senza dimenticare Alvaro Recoba, David Beckham e Juan Sebastian Veron. Il vero grande specialista del gol ‘olimpico’ fu però un altro: Massimo Palanca. In 20 anni di carriera, il re di Catanzaro mise a segno addirittura 13 marcature direttamente dalla bandierina. Un record difficilmente eguagliabile.