Rigori come se piovesse: la Serie A valuta un cambio

I rigori in Serie A sono aumentati nel corso del tempo. Gli arbitri, in questa stagione, potrebbero fare una contro rivoluzione.

rigore in gol Candreva - Getty Images
Troppi rigori dati in Serie A negli ultimi anni, previsti interventi – Getty Images

Rigori per tutti o quasi. Era questa la regola, praticamente, delle partite nelle ultime due stagioni, quando la massima punizione era diventata una consuetudine. C’è da dire che il var ha aiutato moltissimo le statistiche, con squadre che hanno vissuto le loro fortune grazie all’abitudine dal dischetto.

Ma gli ultimi periodi, e anche l’edizione degli europei, ha dimostrato come si può fare spettacolo senza necessariamente fischiare un rigore.

Le nazionali forse sono state più concentrate o gli attaccanti più timidi, ma di rigori se ne sono visti decisamente pochini. Oltre quelli delle lotterie, all’Italia in semifinale e finale la kermesse conclusiva ha lasciato grandi sorrisi, proprio perché gli italiani erano abituati già a batterli in campionato senza problemi.

Nella prossima stagione di Serie A ormai alle porte potrebbe esserci un calo netto. I direttori di gara fischieranno il meno possibile per far scorrere il gioco, che nel nostro campionato è tra i più lenti di sempre. Si gioca poco la palla a terra, si perdono anche tre minuti per battere una punizione, per non parlare dei rigori sempre discussi, anche con la tecnologia inclusa. Perciò, meno fischi e palla in gioco.

Le statistiche aumentate degli ultimi anni

Una chiamata al Var - Getty Images
Il Var, ora anche in Serie B, avrà alcune limitazioni – Getty Images

Ciò che ha fatto impressione nelle ultime stagioni è stato il numero di penalty fischiato. La Serie A, soprattutto nella stagione 2019-2020, era diventata la fiera del rigore, amplificando quanto già si stava facendo in Europa.

La proporzione con la Bundesliga addirittura era arrivata quasi a uno a tre, ogni rigore tedesco equivaleva a tre fischi di sentenza nostrani. Furono calciati ben 187 penalty su 380 gare, qualcosa di incredibile e impensabile, ma regolamento alla mano era previsto tutto quanto. Bastava anche il tocco di un polpastrello, un mezzo gomito per fischiare un rigore senza problemi.

C’è chi ne realizzò talmente tanti che arrivava in area di rigore già convinto di prendere un premio al primo pallone dubbio, mentre alcuni difensivi erano talmente terrorizzati che non sapevano più come saltare. Con la conseguenza di gol regalati proprio per la paura di un intervento dell’arbitro.

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La scorsa stagione, invece, una lieve flessione. Cambiando le regole i rigori furono 149 in Serie A, non un dato malvagio ma un indice comunque di fischi abbastanza frequenti. In Serie A, quindi, il Milan ebbe ben venti opportunità dal dischetto, la maggior parte realizzate da Franck Kessie. Il Genoa al contrario solo tre occasioni, al contrario l’Udinese combinò 14… regali agli avversari. Il Parma, che chiuse da solo in classifica, invece concesse solo tre opportunità in 38 gare: almeno la retrocessione non ha avuto uno strascico arbitrale.

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