Marko Pjaca con il Torino è davvero all’ultima chance per far ben in Italia. Il passaggio dall’altra parte della Mole libera la Juventus di un ingaggio e di un giocatore mai convincente sino in fondo.
Un’altra opportunità non si nega a nessuno, ma per Marko Pjaca ormai il contatore sta diventando sempre più ingombrante. Perché da anni il ragazzo croato sta diventando un’arma in prestito, senza avere più grande contezza di un futuro. Anche il nuovo prestito, ufficializzato dal Torino due settimane fa circa, è l’esempio di come ci sia grande precarietà intorno al croato. Perché è un prestito con diritto e non obbligo di riscatto, un’altra prova da dover superare per Marko Pjaca che in Serie A non ha mai lasciato grosse tracce.
La Juventus aveva puntato molto su di lui nell’estate del 2016, quando lo comprò dalla Dinamo Zagabria. Lui che aveva giocato anche dall’altra parte della Lokomotiv, sapeva che l’addio alla sua Croazia era arrivato nel momento migliore della sua carriera. Con un assegno da circa venti milioni, mica bruscolini, per convincere la Dinamo a cedere un talento in odor di nazionale.
La prima stagione italiana fu di ambientamento, anche se Massimiliano Allegri non impazziva per un calciatore che dava anche l’impressione di essere poco reattivo. Quattordici presenze in Serie A, segnò un gol in Champions ma non fu mai considerato un elemento da Juve, tutto sommato.
Quattro prestiti, quattro ritorni
In effetti, Marko Pjaca non fu proprio il colpo del secolo per i bianconeri. Che lo emarginarono nella stagione successiva, concedendogli il prestito nel gennaio 2018 allo Schalke 04 in Germania. Poche cose anche in Bundesliga, sette presenze e due gol ma nessuna voglia di riscattare il cartellino, con un altro ritorno a casa verso Torino.
Ma aveva comunque giocato il mondiale del 2018, seppur da riserva. Arrivando in finale con la Croazia, battuta solo dalla Francia. Aveva già un biglietto da visita ulteriore e lo sfoggiò al momento di andare a Firenze, già mal visto dalla piazza per il solo fatto di provenire dalla Juventus. In Toscana giocò 19 partite in Serie A segnando un gol, in molti rimasero impressionanti dalle dimensioni… delle sue cosce, anche con qualche ironia tipicamente locale.
Altro giro, altro prestito. Stavolta in Belgio, all’Anderlecht dove fa il minimo storico: solo quattro presenze e un gol, un prestito sicuramente da dimenticare.
Sino alla chance della scorsa stagione a Genoa. In gol all’esordio contro il Crotone e in altre due occasioni, accumula ben 35 partite in Serie A ma spesso da subentrato, più altre tre in Coppa Italia.
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E ora arriva al Torino, in un reparto dove gli attaccanti non hanno di certo il morale alle stelle.