La Lazio festeggia il compleanno di Pepe Reina. 39 anni per il portiere spagnolo, praticamente è uno dei calciatori più anziani di tutta la nostra serie A.
Il compleanno di Pepe Reina è già festeggiato dalla Lazio sia dai social di riferimento, nonché dai sostenitori. Che non hanno, però, come idolo assoluto il portiere spagnolo, che con 39 candeline sul groppone non sarà di certo il portiere del futuro per la Lazio.
È però il portiere del presente, soprattutto con l’arrivo di Maurizio Sarri che lo aveva già avuto al Napoli. E in effetti Pepe Reina, anche nel giorno del suo compleanno, ha subito fatto capire come dalla Lazio non si muoverà di certo facilmente, volendosi togliere almeno qualche ultima soddisfazione in carriera. Una in particolare è arrivata sabato scorso con l’assist per il 4-1 realizzato poi da Felipe Anderson.
Percorso lungo quello dello spagnolo nella sua carriera, la tappa laziale è arrivata dopo un lungo girovagare. E ha dimostrato, già nella scorsa stagione, che non era arrivato a Roma per scaldare la panchina. Dopo poche gare si è imposto come titolare sia in Serie A e sia in Champions League, Simone Inzaghi lo ha preferito dopo anni di Strakosha in porta. Con polemiche dell’albanese e una promozione per lo spagnolo in campo, non corredata da prestazioni eccellenti: contro il Napoli prese cinque gol e quasi tutti sono rimasti sul groppone la scorsa primavera.
Quella di Pepe Reina alla Lazio è praticamente l’ultima pagina della sua carriera. Lo sa bene proprio oggi con il suo compleanno e quei 39 anni che, nel calcio, portano più a ripensare a quanto vinto che non a progetti di lungo termine.
La carriera del portiere spagnolo di scuola Barcellona è iniziata praticamente con il Villareal e poi al Liverpool per sette stagioni con i reds. Arrivato praticamente subito dopo la conquista della Champions League inglese, Rafa Benitez lo impose come portiere sin dal primo momento senza pentirsene.
Il rapporto tra il portiere e il tecnico spagnolo è stato sempre forte, tanto che lo portò in Italia nella stagione 2013-14. Un primo prestito per assaggiarne le potenzialità in Italia, si impose subito come titolare del Napoli e divenne ben presto l’idolo della curva partenopea, che vedeva e simpatizzava per questo colosso pelato in porta. Che prese alcune soddisfazioni: parò il rigore di Mario Balotelli e gli bloccò il 22° centro consecutivo e vinse una Coppa Italia battendo la Fiorentina.
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Poi l’addio per prendere … la panchina del Bayern Monaco, il ritorno per tre stagioni con Maurizio Sarri, l’approdo al Milan non fortunatissimo (togliere il posto da titolare a Gigio Donnarumma era praticamente impossibile), il prestito all’Aston Villa e l’esperienza laziale. Da cui cavarne qualcosa di buono per congedarsi senza rimpianti.