Veneto in difficoltà con Venezia e Verona ancora all’asciutto. Una falsa partenza per entrambe le compagini, che dovranno trovare nuove motivazioni in questi giorni di pausa per le nazionali.
Non sempre le partenze sono eccezionali. Nel rivelare il calcio del Veneto in difficoltà c’è uno zero spaccato nella colonna dei punti fatti per il Venezia e il Verona. Due realtà anche distanti, anche per quanto riguarda il mondo della Serie A, tra chi è tornato al gran ballo dopo circa vent’anni e i gialloblù alla terza partecipazione di fila.
I cambi a volte servono e a volte no. Il Venezia, di fatto, ha cambiato il suo organico. Multitasking, multipop e anche un po’ torre di Babele, il tecnico Paolo Zanetti ha spiegato come gli allenamenti vengono spiegati in inglesi e poi tradotti in italiano.
Ci sta un po’ di tutto nella cultura varia del calcio in laguna. Americani, islandesi e altro ancora, non è facile portarli subito al top in Serie A. Prova ne sono stati i primi incontri stagionali, dai supplementari e rigori in Coppa Italia contro il Frosinone, sino alle due sconfitte in campionato.
La prima a Napoli per un eccesso di braccia larghe, la seconda a Udine per un eccesso… di errori. Soprattutto gli stranieri devono capire che ogni errore, in questo campionato così bistrattato dai campioni, può essere letale: ancora è rimasta tanta gente che sa fare il suo davanti alla porta.
Di Francesco cerca rimedi
Un altro capitolo del Veneto in difficoltà è rappresentato dal Verona. Che da Ivan Juric a Eusebio Di Francesco è passato in una sorta di controrivoluzione. Non più un generale con un pressing asfissiante, quanto un costruttore di gioco più pacato con un’impostazione del tutto diverso.
I fatti, però, non stanno dando ragione al tecnico italiano, le due sconfitte e i sei gol presi sono già il primo campanello d’allarme. Eusebio Di Francesco sta cercando già di rasserenare un ambiente che non vive quattro tornei di fila nella massima serie dagli anni Ottanta, l’alternarsi con la serie cadetta già comincia a essere un primo incubo.
Il Verona visto contro il Sassuolo ha ricevuto forse troppi complimenti. I tre gol presi dalla difesa dovevano far riflettere, così come c’è da pensare a quelli presi venerdì contro l’Inter. Addirittura con due colpi di testa provenienti da Lautaro Martinez e Joaquin Correa, all’esordio nerazzurro: pensate un po’ se era rimasto pure Romelu Lukaku…
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Soprattutto gli scaligeri dovranno capire chi sarà la punta per questa stagione. Nikola Kalinic, Kevin Lasagna o l’ultimo arrivato Giovanni Simeone: chiunque esso sia, dovrà garantire almeno una decina di gol. Non sembra nemmeno un’impresa così semplice, nei gialloblù segnano solo i centrocampisti.