Marco Rose in Bundesliga sarà tra i tecnici più osservati. Può ripetere le orme degli altri allenatori teutonici sul tetto d’Europa e del Mondo?
La scuola tedesca degli allenatori continua a sfornare talenti. Nel caso di Marco Rose, la conferma delle sue abilità è passata da… un avanzamento di grado. La panchina del Borussia Dortmund è il giusto premio per un allenatore tra i più capaci dell’intero panorama. Una carriera costruita mattone dopo mattone, scalando rapidamente le gerarchie e diventando ben presto un allenatore capace di portare a casa ottimi risultati.
Da calciatore Marco Rose era stato un difensore di buone prospettive, ha indossato la maglia di Lipsia, Hannover e Magonza alternando le varie serie tedesche. Proprio a Magonza, una volta finita la sua avventura da calciatore, è arrivata quella in panchina… ma da vice di Thomas Tuchel.
Che partì proprio dal basso per arrivare ora a primeggiare in Europa, molte competenze difensive provengono proprio da quel periodo. Tuchel fu importante per la formazione del giovane Marco Rose, che proseguì la sua carriera a Lipsia, ma… alla Lokomotiv. Nulla a che vedere con la squadra del colosso Red Bull, ma addirittura una quinta serie con dopolavoristi e gente più dedita all’oktober fest che alle finezze calcistiche.
La rinascita del paisà
La carriera di Marco Rose poi si è spostata in direzione Salisburgo, prima nelle vesti di allenatore delle giovanili e poi in quelli di tecnico della prima squadra. Soprattutto da tecnico junior ha avuto grande ribalta con la conquista della Youth League, una vittoria che ha portato Salisburgo a farsi notare senza dubbio in campo europeo.
Con la prima squadra, invece, un saliscendi di emozioni, gli austriaci sono migliorati notevolmente con il suo approccio metodista ma sempre propenso a un gioco offensivo. A testa alta e senza paura, come insegna il calcio di chi sa di proporre gioco, la carriera del tecnico è poi proseguita al Borussia ‘Gladbach.
Accolto come tanti, rimpianto come pochi. Perché nella prima stagione al Borussia fu subito qualificazione in Champions League: un quarto posto insperato ma meritato, sapendo sfruttare anche i problemi delle altre squadre. L’avventura in coppa finì poi contro il Manchester City, incassando però i complimenti di Pep Guardiola. E con l’ottavo posto si è conclusa poi anche la missione al ‘Gladbach, con l’annuncio dell’approdo al Borussia Dortmund addirittura datato al 15 febbraio scorso.
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Ora con i gialloneri ci sarà una nuova impresa da compiere. Con quello spirito meridionale che gli pervade nelle vene dovrà ben calibrare gli umori e far lanciare – in modo definitivo – un collettivo pieno di grandissimi talenti ma ancora incapace di essere una squadra stellare. Per Marco Rose la sfida è aperta.