Messi inchioda il Brasile dopo la sospensione del match con l’Argentina: parole pesanti a Neymar.
Una forse ci ha provato. In barba al rispetto delle leggi vigenti, con scarso senso sportivo e anche civico se vogliamo. L’altra ha peccato nello scegliere tempi e modi sbagliati. Ed ecco che il dualismo fra due federazioni e due squadre raggiunge livelli di scontro altissimi. Inimmaginabili, perché vedere chiusa Brasile Argentina dopo 6 minuti non è un grande spettacolo. E neanche uno spot per gli amanti del calcio, che in un match fra stelle attendevano altro in campo, e non uno scontro fra due federazioni che hanno mandato i loro “soldati” strapagati a litigare davanti alle telecamere.
La sospensione per il mancato rispetto delle norme in Brasile ha fatto il giro del mondo. Poco piacevole, diciamocelo, perché se le regole ci sono è giusto che vadano rispettate, e perché il Brasile si è privato dei suoi campioni che giocano in Premier League, mentre l’Argentina no. Ci hanno provato? Hanno voluto dare vita ad un caso calcistico? Difficile dirlo, ma un dato è certo, anzi due. Che l’Argentina non sia stata informata dei divieti non è plausibile. Che un match preparato in Brasile dall’Albicelsete da 3 giorni, con calciatori che non potevano essere lì, era un dato chiaro da tempo. E per questo la scelta di intervenire durante la gara è quasi fatta ad hoc. E non è bello. Messi lo ha fatto notare a muso duro a Neymar, e la reazione dei calciatori del Brasile è sembrata molto strana.
Dopo lo stop Messi punta dritto i calciatori del Brasile, e parla con Neymar e Casemiro. La rabbia della Pulga è evidente. Non nei toni, e neanche nei modi, pacati ma diretti. Quasi a voler far capire che tutti i protagonisti in campo, da una parte o dall’altra erano attori di una gara non giocata in campo, ma altrove, con i calciatori a metterci la faccia.
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“Ascoltami – dice Messi ad un delegato ma davanti a Neymar – siamo qui da tre giorni e ci dicono che non possiamo giocare con la partita iniziata. È normale?” E la mimica di O’Ney e Casemiro sembra sostenere la tesi dell’ex Barca. Come a voler dire che ciò che è andato in scena ieri è una pagina di calcio assurda e inattesa, e che anche il Brasile, nonostante il rispetto delle regole, si sia infuriato davanti ad una decisione lecita, ma giunta nel momento più sbagliato possibile.