Jorginho e l’anno dei rigori maledetti: cosa c’è che non va e perché il centrocampista deve cambiare strategia dal dischetto.
Era diventato una sentenza dal dischetto. Un incubo per i portieri, una sicurezza per la propria squadra. Fino a settembre 2020, Jorginho aveva una media eccezionale ai rigori calciati durante i 90 o 120 minuti. Solo un errore, nel lontano 2017 con la maglia del Napoli in Serie A. Insomma, era una vita fa.
Poi qualcosa è cambiato e i portieri hanno cominciato a studiare il suo metodo, il suo saltello. Grazie all’introduzione del VAR, poi, Jorginho va spesso a calciare i rigori e quindi aumenta anche la percentuale di errore. Ma nell’ultimo anno la media si è decisamente abbassata. E ora il quesito provocatorio – ma non troppo – nasce spontaneo: il centrocampista della Nazionale deve cambiare strategia dagli undici metri?
Da settembre 2020 a settembre 2021, Jorginho ha calciato 17 rigori (considerati anche i tiri dal dischetto delle partite decise dagli undici metri) e ha commesso 5 errori. Quest’estate il centrocampista è stato decisivo per l’Italia in semifinale contro la Spagna ad EURO 2020. Pochi giorni dopo ha fallito quello in finale contro l’Inghilterra, calciando decisamente male.
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Discorso simile per quanto avvenuto nel match contro la Svizzera valido per le qualificazioni ai Mondiali 2022. Jorginho si è presentato davanti a Sommer con il classico saltello; ha visto il passo del portiere verso la sua sinistra (la destra dell’elvetico) e ha cercato di spiazzarlo. Ma Sommer è stato lesto e furbo a cambiare subito direzione e così è stato un gioco da ragazzi bloccare quel “passaggio”. Il portiere della Svizzera ha insegnato ai suoi colleghi come parare un calcio di rigore al centrocampista della Nazionale italiana e del Chelsea. I 5 errori nell’ultimo anno solare cominciano a pesare sulle spalle del Campione d’Europa. E ora deve cambiare qualcosa dal dischetto: Jorginho è diventato prevedibile.