Dei rinnovi juventini, oltre quelli di Cuadrado e Dybala, possono tenere banco anche tre situazioni curiose con il dubbio per il prossimo anno.
La Juventus ha un serio problema sul fronte dei rinnovi. In tanti hanno il mese di giugno 2022 come scadenza e i rinnovi dovrebbero avvenire anche in base alla progettualità futura. In casa bianconera spesso e volentieri nel recente passato sul fronte rinnovi si è esagerato, dando vagonate di milioni a calciatori che non hanno poi reso per condizioni fisiche incerte (Douglas Costa e Khedira), oppure si è arrivati al limite delle forze nelle trattative.
Nel caso degli italiani, i rinnovi juventini hanno ancora molte perplessità. E sono in particolare tre i giocatori sul cui destino gravita l’incertezza: Federico Bernardeschi, Mattia Perin e Mattia De Sciglio. Nessuno dei tre è fondamentale nel progetto, ma per quanto investito su di loro c’è sempre qualcosa da andare a mettere in conto.
Gli investimenti iniziali sono stati comunque corposi: 40 milioni per l’ex Fiorentina, 15 per il portiere e altri 10 per il terzino. Non roba di poco conto, considerando anche gli ingaggi corposi e dei rinnovi che non dovrebbero essere concretizzati con le cifre di qualche anno fa. Potrebbero lasciare, con ogni probabilità, a giugno 2022.
Vale la pena rinnovarli?
In effetti, guardando anche a quanto hanno reso in bianconero, i tifosi juventini sono scettici sui loro rinnovi. In particolare su Federico Bernardeschi, l’elemento forse più discusso in assoluto. Arrivato con le credenziali del calciatore offensivo, in effetti ha passato quattro stagioni praticamente lontane dalla porta. Dal punto di vista statistico è stato un fiasco, la porta avversaria è stata spesso un tabù. Pur avendo Cristiano Ronaldo al suo fianco, ha segnato poco anzi pochissimo.
In più alcune dichiarazioni come quelle fatte in Nazionale sicuramente non l’hanno aiutato: non era un idolo dei tifosi, se ne innamorò calcisticamente solo chi vedeva i suoi colpi estemporanei. E tatticamente rimane sempre una perplessità su quale sia il suo ruolo: per un calciatore che comunque è stato campione europeo questo è un guaio di non poco conto.
Mattia Perin ha una storia diversa. Preso per fare la riserva, è rimasto tale. In bianconero ha giocato qualche partita ma senza mai far cambiare la bussola. I prestiti al Genoa sono stati per lui un modo per cercare di raggiungere Euro2020, ma la convocazione non era nei piani di Roberto Mancini. Tornato a Torino, ha il futuro indecifrabile.
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Mattia De Sciglio si gioca invece qualche chance in più. È un anti divo, uno dei calciatori di un tempo che sarebbe stato benissimo anche nell’organico di Marcello Lippi. Non ha creste, tatuaggi evidenti e altro ancora: forse non piace per questo, ma è un professionista esemplare, potrebbe rinnovare.