Retroscena sull’avventura di Piqué al Barcellona: il difensore catalano ha ammesso di aver pensato all’addio ai blaugrana
Svelato un clamoroso dietro le quinte sulla storia di Gerard Piqué al Barcellona. Il difensore classe 1987 ha rilasciato un’intervista a La Sotana, un programma di satira spagnolo, in cui si è lasciato andare a dichiarazioni che, al momento, stanno facendo molto discutere. Arrivato a Barcellona nella stagione 2008-2009, Piqué esordisce con i catalani all’età di 21 anni nella partita di qualificazione alla Champions League.
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Con i blaugrana oltre 560 presenze e 51 gol. Un’esperienza durata più di 13 anni e che, stando alle parole del giocatore, è andata molto oltre i tempi previsti: ” Se nel primo anno in cui ho esordito, mi avessero detto che a 34 anni avrei giocato per il Barça, non avrei dato un centesimo.”
Piqué, la storia con Shakira e il rapporto con Guardiola
Il capitano del Barça ha poi parlato del suo rapporto con Pep Guardiola e di come sia degenerato da quando ha iniziato a frequentare Shakira: “Pep voleva il controllo assoluto di tutto quello che succedeva. Iniziai a frequentare Shakira e il rapporto con lui cambiò”. Nessun rancore, adesso, come racconta lo stesso Piqué è tutto risolto ma le dichiarazioni sull’attuale tecnico del Manchester City non sono da sottovalutare: “Pep era un maniaco del controllo.” spiega. “Con lui, e con lo spogliatoio in generale, raggiungemmo un punto di tensione importante.”
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La rivalità con José Mourinho era estenuante.” Livelli di pressioni insopportabili al punto che nella stagione 2011-2012 l’allora giovane difensore spagnolo avrebbe addirittura pensato di lasciare Barcellona. Al termine dell’intervista, poi Piqué ha parlato anche della questione dei tagli agli stipendi, prendendo le parti del compagno Samuel Umtiti che, a differenza di Jordi Alba, Busquets e lo stesso Piquè, ha rifiutato di ridursi l’ingaggio. “Sta adempiendo al contratto con tutti gli obblighi. La gente deve essere empatica.” spiega. “L’atteggiamento è impeccabile. Non ha mai saltato un allenamento. Un’altra cosa è chi ha firmato il contratto, un presidente che è stato votato dai soci”.
Mattia Maccarone