Tale padre, tale figlio anche nel calcio. Il caso dei Gastien è solo l’ultimo di una lunga serie che vede il pallone scorrere nel sangue di più generazioni.
Il talento e la passione calcistica passa spesso da padre e figlio. Se nel primo caso prosegue anche in panchina, nel secondo non è facile reggere il confronto. Così, spesso e volentieri non è nemmeno facile trovare un’alchimia tra padre e figlio con la stessa squadra.
L’ultimo caso è a Clermont, ridente cittadina francese che si sta godendo l’approdo in Ligue 1 e le sorprendenti prestazioni della matricola. Guidata da Pascal Gastien, un tecnico capace di promuovere un gioco efficace anche a una squadra che segue il suo maestro nel gioco. Lo sta facendo con un 4-2-3-1 abbastanza sbarazzino, grazie anche all’aiuto del figlio Johan. Mediano classe 1988, ruvido quanto basta che tiene le redini del gioco, liberando così spazi e manovre offensive.
Padre e figlio, così, trovano un modo per aumentare il loro legame con il calcio come collante. In Francia non è nemmeno il primo caso, tempo fa ci furono i Gourcouff e altri casi del genere arriveranno nel prossimo futuro. Proprio perché il calcio, anche a distanza di anni, può regalare storie interessanti con padre e figlio a lottare per lo stesso club. Irripetibile quanto accade in Brasile o quasi, con Rivaldo padre e figlio insieme in campo.
Due generazioni a confronto
Sicuramente in Italia il parallelo tra padre e figlio nel mondo del calcio rimanda ai Mazzola. Che non potettero praticamente mai vivere il loro rapporto in maniera intensa: la scomparsa del padre Valentino fu un colpo per i piccoli Ferruccio e Sandro, che proseguirono le orme paterne.
Per quanto riguarda qualche epoca più attuale sicuramente il caso dei Maldini è degno di nota. Cesare fu difensore nel Milan che vinse tutto con Nereo Rocco, proveniva da un nord spigoloso ma leale, in campo come nella vita. Il figlio Paolo esordì con il Milan quando già il padre era nei quadri tecnici, quando esordì a Udine il padre era a San Siro… e tutti si girarono verso di lui in tribuna, divenne il protagonista di Inter-Como inconsapevolmente.
Ebbe modo di allenare il figlio in due occasioni. In Nazionale dal 1996 al 1998, sfortunata fu la missione francese al mondiale. Poi nella seconda parte della stagione 2000-2001, quando prese i rossoneri dopo l’esonero di Alberto Zaccheroni con derby vinto per 6-0 incluso.
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Altre storie si legano alla Roma: Alberto e Daniele De Rossi si sono incrociati nella Primavera, Bruno e Daniele Conti solo a Trigoria. Perché il centrocampista del 1979 spese la sua vita calcistica diventando capitano e bandiera del Cagliari. E spesso e volentieri segnava proprio alla squadra del padre… creando quasi “imbarazzo” in famiglia.