Il campionato 2021/22 della Juventus è iniziato come quello 2015/2016: tutta colpa dell’addio di un big in attacco.
Il campionato della Juventus 2021/22, quello del grande ritorno di Allegri, parte con un il freno a mano tirato. La sconfitta subita in rimonta al Maradona di Napoli, con tutti gli alibi e le scusanti del caso, certifica tutte le difficoltà della squadra bianconera in questo momento. Difficoltà che forse erano già state ravvisate lo scorso anno, ma nascoste dai gol di Cristiano Ronaldo.
Se anche con Pirlo il gioco latitava, e se in generale da qualche anno la Juventus mancava di brillantezza, CR7 fino alla scorsa stagione era stato in grado di diventare il tappeto sotto la quale celare tutta la polvere. Partito il campione portoghese, tutti i nodi sono venuti al pettine, e Allegri si è ritrovato con una gatta da pelare non indifferente tra le mani.
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Il risultato? Mentre Ronaldo prosegue nel suo dominio assoluto, con una doppietta al nuovo esordio in Premier contro il Newcastle (squadra con la maglia bianconera, ennesima beffa del destino), la Juventus si ritrova in una vera crisi. Un punto in tre partite nelle prime tre giornate di campionato, con un pareggio subito in rimonta dal 2-0 a favore a Udine contro i friulani di Gotti, una sconfitta all’Allianz Stadium contro il non irresistibile Empoli di Andreazzoli e quella, forse meno grave, al Maradona contro il Napoli di Spalletti. E così, come sei anni fa, Allegri si ritrova dopo tre giornate a -8 dalla capolista. Due partenze frenate che hanno un grande elemento in comune.
Da Ronaldo a Tevez: il campionato della Juventus dopo gli addii
Alla Juventus di Allegri era già capitata una partenza così difficile. Era il 2015/2016, e i campioni d’Italia provenivano già da una serie di campionati di alto profilo. Dopo quattro scudetti consecutivi grazie al ciclo aperto da Conte e proseguito dal tecnico livornese, la squadra bianconera partì con una sconfitta in casa con l’Udinese, una all’Olimpico contro la Roma e un deludente pari per 1-1 in casa contro il Chievo.
Tre partite e un punto. Come in questa stagione. E anche all’epoca il trauma fu in parte dovuto agli addii. Quella 2015 fu l’estate della rivoluzione per la Juventus. Quel primo ciclo vincente iniziato nel 2011 era finito. Nel mercato si disse addio a eroi di quel periodo come Pirlo, ma anche Vidal, Llorente e soprattutto Carlos Tevez.
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Il numero 10 bianconero salutò per tornare al Boca Juniors. Venne sostituito da Dybala, ma a livello di carisma, più che di qualità, tra i due il divario non era enorme. Come tra Cristiano Ronaldo e tutti i calciatori arrivati o rimasti nell’ultima estate. Quella degli addii dei big per Max Allegri e la sua Juventus rischia di diventare una vera maledizione.
Riuscirà a venirne fuori? All’epoca la squadra riuscì a rimettersi in riga e con una striscia straordinaria di risultati utili consecutivi finì per conquistare il quinto scudetto consecutivo. Potrebbe accadere anche stavolta, anche se le contingenze sono diverse. Con meno qualità e rivali più attrezzate, se Allegri riuscirà ancora a centrare l’obiettivo si potrà parlare davvero, se non di miracolo, almeno d’impresa.