Quando ci sarà la riscossa del Bari di De Laurentiis? Se lo chiedono i tifosi, ormai stanchi di vivere nell’attesa di un progetto pugliese che stenta a decollare.
La pazienza probabilmente è finita da un pezzo. Una città come Bari rumoreggia, e a nulla serve il recente mercato o qualche rassicurazione dalla proprietà dei De Laurentiis. Per una piazza che vive di calcio come quella di Bari, l’inferno della Serie C sta diventando sempre più una tortura, e i supporters si augurano di veder ben presto qualcosa di efficace al “San Nicola”.
Lo stadio-astronave, progettato da Renzo Piano per Italia ’90, vive ancora tempi di magra, e vederlo a macchia di leopardo fa stringere un po’ il cuore. Perché quando i tifosi sono malinconici, lo stadio di casa diventa sempre più vuoto e da queste parti ne sanno qualcosa. Sembra di esser tornati quasi ai tempi di Matarrese, con un record negativo non proprio edificante nel contare solo 51 spettatori in un match di Serie B contro il Cittadella.
Non si arriverà a questi estremi, ma nemmeno a un tutto esaurito fin quanto è possibile dai limiti di legge. Perché il Bari non convince e i De Laurentiis sentono che la tifoseria non è proprio contenta.
L’amarezza di una squadra abituata a sognare
Delle squadre del Sud, il Bari è sempre stata una sorta di regina con il giusto gusto per l’estetica. In effetti, da queste parti, in alcuni casi vale più una squadra bella che competitiva, ma riuscendo comunque a centrare gli obiettivi di stagione.
Non è un caso che rimangano ancora nella memoria imprese di grande conto e valore sportivo, pensando anche al campionato di Serie B fatto con mille difficoltà ma con mister Alberti che portò i galletti quasi al sogno della massima serie. Così come i ricordi diventano dolci pensando al team di fine anni Ottanta, con i vari Maiellaro, Di Gennaro, Joao Paulo che mostravano un calcio efficiente e soprattutto efficace in campo.
Altri momenti di gloria furono con Eugenio Fascetti, ma anche con Giampiero Ventura, quando il Bari si salvò con una squadra avente poca esperienza ma molta capacità di resilienza nel sfidare – e battere in alcuni casi – tutte le grandi del campionato.
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Ed è proprio lo spirito guerriero che chiedono i tifosi del Bari ai calciatori, al tecnico Michele Mignani e alla proprietà De Laurentiis. Come una sorta di passaporto per la gloria, ma avendo senza dubbio un po’ di animo combattivo in campo: la prima al “San Nicola” stagionale, infatti, è stata da dimenticare. Lo 0-1 di Coppa Italia contro la Fidelis Andria ha dato da riflettere: continuare su una scia di insoddisfazioni o cambiare tutto? Si è deciso per la seconda scelta, lo confermano i sette punti nelle prime tre gare di Serie C.