Il Genoa sul mercato sembra vivere praticamente un’eterna serie a puntate. Che sia la sessione estiva o quella invernale, i rossoblù hanno sempre modo di essere rivoluzionati.
Se c’è una certezza nel calcio italiano e forse anche europeo, basta guardare il Genoa e vedere i suoi mutamenti. Perché sul mercato, ogni sei mesi, c’è sempre un gran via vai di gente, come se si fosse in una sorta di hotel sul mare dove il traffico non manca mai.
È una costante ormai assodata nel corso del tempo per il Genoa, l’unica squadra al mondo probabilmente di cui si sono perse le statistiche sui trasferimenti. Da quando è tornata in Serie A, nel 2007, la squadra liguri ha davvero abbattuto record su record di tesseramenti, dimostrando come si possa stare sempre a pensare sul mercato, dando precarietà estrema a quasi tutti i giocatori in rosa.
Non è un metodo Montessori applicato al calcio, quando la forma quasi più estrema di lavoro moderno: non rendi, vai in un’altra squadra. Rendi bene… ci vai lo stesso, ma con qualche soldino che allevi la partenza. È quasi paradossale raccontare quanto accade al Genoa ogni stagione, dove il mercato la fa sempre da padrona.
C’è da dire, anche a difesa del mercato del Genoa in questi quindici anni, che in alcuni casi la formula del cedere chiunque ha dato i suoi frutti. L’esempio di Piatek nell’estate del 2018 fu lampante. Esordì con una quaterna in Coppa Italia, poi divenne decisivo nella prima metà del campionato. Comprato a quattro milioni fu rivenduto almeno nove volte tanto al Milan, anche a dimostrazione di come gli osservatori sul mercato spesso funzionano meglio nei piccoli club.
Come rovescio della medaglia, la cessione di Piatek portò quasi il Genoa in Serie B, ci volle tanto olio di gomito per evitare quella retrocessione così come l’anno successivo, con un altro tourbillon di cessioni e di allenatori esonerati.
Per questa stagione i tifosi rossoblù vorrebbero un po’ di tranquillità, avere una rosa a disposizione e soprattutto con una maggiore continuità in campo. In porta è arrivato Salvatore Sirigu dopo le tante annate al Torino e vorrà concludere la carriera in rossoblù senza avere ulteriori sobbalzi.
In difesa il leader è capitan Mimmo Criscito, che sembrava esser messo in discussione qualche stagione fa, ma sul comandante si può sempre contare.
POTREBBE ANCHE INTERESSARTI >>> Un ex genoano si è svegliato dal torpore
È l’attacco più che la mediana, invece, a regalare sempre storie diverse. Lo scorso anno il pacchetto era abbastanza ampio con Pjaca, Scamacca e soprattutto Shomourodov. In questa stagione ci sono un “vecchio” confermato come Goran Pandev, la riconferma di Matteo Destro e un giovane come Kallon, che ha già mostrato tanta qualità. E in mezzo altri esperimenti, Ekuban e un convinto Caicedo, ma anche altri modi per lanciare calciatori in Serie A e rivenderli poi.