Napoli e Cagliari racchiudono nei precedenti tanti rammarichi ma anche partite epiche. I sardi sognano un altro sgambetto allo stadio “Maradona”.
La capacità di tenere i nervi saldi. Lo sanno bene i tifosi del Napoli che quando vedono il Cagliari in campo non sanno spesso a quale santo appellarsi. Perché i sardi sono una sorta di bestia nera in maniera quasi ciclica, quando sembra che il pericolo sia passato… lì arrivano i maggiori dolori.
La storia dei confronti recenti tra le due squadre allo stadio di casa ne è testimone. Gli ultimi tre incontri sono finiti con una vittoria a testa e un pareggio. Quest’ultimo molto doloroso, perché per molti la mancata qualificazione in Champions League è dovuta al pari contro il Verona. Quello fu però l’ultimo atto finale, una sorta di mancato happy end alle ambizioni stagionali. In realtà basta riavvolgere leggermente il nastro dei precedenti al 2 maggio di quest’anno, penultima gara interna allo stadio di Napoli. Partenopei in vantaggio e che sembravano poter gestire la gara. Sembravano, appunto. Perché basto un lancio per vie centrali a tagliare i meccanismi difensivi del Napoli, si inserì Nandez che in spaccata infilò sul primo palo.
Un punto utile al Cagliari, meno al Napoli che poi nella corsa alla Champions League pagò dazio.
La capacità di saper soffrire
L’anno prima addirittura fu peggio per i colori azzurri. Il Cagliari dopo una gara attenta e guardinga riuscì a strappare i tre punti grazie a un gol di Pavoletti. E fu una sfida sicuramente particolare, in quanto esempio di come i partenopei spesso hanno delle pause proprio nello stadio di casa.
Uno stadio che con il pubblico ora dovrà fare la differenza, come nella stagione 2018-19. Nei precedenti risale a quest’epoca l’ultima vittoria con un 2-1 partenopeo.
Ben diversa la musica negli anni precedenti, come nella stagione 2013-14. Rafa Benitez mise in campo un Napoli dalla difesa fin troppa allegra contro un Cagliari abituato a giocare senza troppi tatticismi addosso. Ne uscì fuori un 3-3 pirotecnico che non annoiò il pubblico neutrale, ma creò malumori nell’ambiente partenopeo, come una scintilla di previsione. Rafa Benitez, in fondo, aveva una mentalità spagnola d’attacco, pressare allo strenuo in casa non era contemplato nel suo vocabolario calcistico.
C’è una gara, più di tutte, che è entrata nella memoria collettiva dei tifosi sardi.
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Era una serata particolare del 2012, una di quelle dove l’imprevisto non era contemplato. Il Napoli fece sei gol ai rossoblù e ne incassò tre. E quei tre gol li realizzò Joaquin Larrivey, il pupillo di Massimo Cellino. Un attaccante rimasto nella memoria (solo) per quella impresa, per altro anche inutile.