Torneo senza top player, chi ci guadagna? È diminuito il valore del pacchetto Serie A, mentre per avere una risposta dal campo bisognerà attendere ancora.
Il calcolo dei campioni o, per meglio dire, dello spettacolo. Non c’è una ricetta precisa, ma di certo l’addio in questo torneo dei top player non depone a favore del calcio italiano. Senza campioni, senza stramilionari che in campo dovevano deliziare il pubblico poi tornato allo stadio e quello, molto più numeroso, delle platee di Dazn e Sky.
Un torneo senza top player era quasi inimmaginabile, ma non è stato questo il primo campionato italiano a supplire all’assenza di campione. Non c’è più Cristiano Ronaldo e tutti se ne stanno facendo una ragione, quelli che lo seguivano dall’estero e quelli che invece non lo sopportavano in Italia. Anche tra i tifosi della Juve, infatti, c’era una frangia numerosa di gente che non voleva più vedere il divo atteggiarsi con la maglia bianconeri.
La realtà dei fatti, però, è molto più cruda. Senza campioni, il torneo non ha appeal commerciale. Senza top player l’offerta televisiva vien meno, ma questo effetto da spezzatino è ormai una costante. Perché piazzare di lunedì sera la gara fra due compagini che lottano per la salvezza non ha mai avuto un grosso senso. Figuriamoci se mancano pure i fenomeni…
Come ovviare alle mancanze
La ricetta di questo campionato è proseguire senza guardare al passato. Magari aggrappandosi ai nuovi idoli provenienti dall’estero, meglio ancora se ci affidiamo a chi ancora sa fare qualcosa e indossa l’azzurro. Lo hanno dimostrato i ragazzi di Roberto Mancini, si può vincere un torneo anche senza una Serie A che supporta la Nazionale, in fin dei conti.
Tornare ad apprezzare i ragazzi italiani è una ricetta vecchia ma efficace. Perché Ciro Immobile i suoi gol continua a farli e gioca in una squadra di grandi palleggiatori. Con un allenatore come Maurizio Sarri che anche al derby vorrà dimostrare di far valere le sue idee. Parlando di panchine, i top player stanno seduti: Max Allegri, Luciano Spalletti, Josè Mourinho sono tornati per diffondere il loro verbo. Mentre Gian Piero Gasperini e Stefano Pioli hanno la sicurezza si saper far girare i loro organici al meglio.
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Con qualche eccezione dovuta ai campioni. Perché l’Atalanta è brava nel collettivo, ma ha sempre bisogno di avere un Josip Ilicic o Duvan Zapata. Il Milan poi vive in simbiosi con Zlatan Ibrahimovic, anche se statisticamente potrebbe farne anche a meno. Chiavi e spunti d’analisi non mancano in questa Serie A. Non è e non sarà mai il miglior torneo del mondo, la “brillante” idea di allargare il format a venti squadre è stato il male maggiore.