La vita privata di Walter Sabatini, uno dei più grandi scopritori di talenti del nostro calcio: dalla malattia alla moglie.
Di personaggi come Water Sabatini il calcio italiano ha bisogno. Uomo di valore e di valori, dotato di un incredibile fiuto per il talento altrui, si è fatto conoscere per il carattere spigoloso, per qualche vizio di troppo e soprattutto per i tantissimi giocatori scoperti. Campioni o presunti tali che hanno fatto innamorare generazioni di tifosi: Gennaro Gattuso, Aleksandar Kolarov, Edinson Cavani, Josip Ilicic, Javier Pastore, Erik Lamela, Miralem Pjanic, Marquinhos, Mohamed Salah, Alison.
Uomo schivo e concentrato soprattutto sugli aspetti più concreti della sua vita, ha acceso i fari sulla sua sfera intima solo pochi anni fa, dopo aver scoperto di avere un tumore ai polmoni. Lui, fumatore incallito degno di Zeman o Sarri, si ritrovò alcuni anni fa a dover fare i conti con una brutta malattia.
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Per coscienza e per dovere nei confronti di chi gli vuole bene e non gli ha mai fatto mancare il suo supporto, scelse allora di smettere con il fumo. Ma non fu semplice: “Vivere senza sigarette è una tragedia, ma ho un obbligo verso chi mi vuol bene“. Una decisione importante. Anche così, infatti, Sabatini ha sconfitto il tumore.
Walter Sabatini: moglie, figlio, tumore e curiosità
Della moglie di Sabatini, il cui nome è Fabiola, si conoscono pochi dettagli. Ha parlato di lei raramente il dirigente sportivo, ma sappiamo che ha un ruolo decisivo nella sua vita. Non a caso, per riuscire a dirle di aver scoperto la sua malattia ci vollero ben tre cene. Affrontrare problemi di questo tipo e condividerli con chi ci ama non è mai semplice.
A proposito di familiari con cui ha un legame speciale, Walter è legatissimo al figlio, Santiago Sabatini, tifoso della Roma e grande appassionato di calcio a sua volta. Vuole seguire le sue orme, ma di certo per sfondare nel calcio giocato dovrà fare meglio di papà Walter. L’ex ds giallorosso era un’ala tecnicamente dotata, ma non intelligente calcisticamente. Per cui, secondo la sua visione, “praticamente un brocco“.
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Insomma, un personaggio unico di cui il calcio avrebbe ancora bisogno, e che di certo dopo le dimissioni al Bologna non faticherà a trovare squadra. D’altronde, è un gran faticatore che non costa poi molto. Stando a quello che si racconta su di lui, non ha mai voluto un ufficio, preferendo essere sempre in giro e costantemente al lavoro, in contatto con i suoi collaboratori. E per far capire la sua dedizione, basti pensare che indossa due orologi per avere sempre il fuso orario sudamericano sotto gli occhi.