Le palle inattive possono essere un’arma importante per le squadre di Serie A. Soprattutto in zona offensiva, le big hanno qualcosa di importante da poter sfruttare.
Il tema delle palle inattive è sempre un cruccio degli allenatori, ognuno con una sua teoria. Va pur bene il fatto di dover impostare il pallone praticamente dalla propria linea di porta, ma bisognerà pur sempre segnare. E lo sanno bene quei mister che hanno una squadra senza troppi bomber: meglio sfruttare le palle inattive con i lungagnoni, sfruttando così la capacità di gioco aereo.
In effetti, per molte squadre è questo un punto a favore, poter svettare nelle aree avversarie e sfruttare le proprie abilità fisiche. Di salto e coordinamento, perché le palle inattive diventano praticamente una sorta di scienza. Togliendo di mezzo chi batte un corner con tre tocchi, molte squadre spesso e volentieri sfruttano quest’arma per togliersi dalle difficoltà.
In particolar modo, facendo blocco: un attaccante punta il primo palo, un altro il secondo, gli altri compagni fanno massa in mezzo all’area di rigore avversaria. C’è chi invece preferisce la soluzione da fuori, ma bisogna avere un gran tiratore che colpisce la palla in maniera perfetta. Spesso non riesce il colpo, ma quando va in porta è quasi un gol assicurato.
Parlando di palle inattive e di schemi, Maurizio Sarri all’Empoli passò alla storia per i famosi 33 schemi. Che poi forse furono troppo decantati, in realtà erano alcune applicazioni di gioco che variavano di poco. Sicuramente in questo tema delle palle inattive, il tecnico della Lazio è uno dei più attenti avendo anche una batteria di giocatori dai piedi buoni. Milinkovic Savic e Luis Alberto possono essere la spada e il fioretto nei calci piazzati, la soluzione di potenza o quella raffinata per raggiungere la rete.
Curiosità anche per Juventus di Massimiliano Allegri, a Paulo Dybala saranno concesse le punizioni più importanti, considerando anche la passata ritrosia al gol di Cristiano Ronaldo sul tema palle inattive. L’utilità dell’argentino può essere un punto in favore anche su altri tipi di azione: con Chiellini e De Ligt in mezzo all’aria avversaria, un pericolo vien fuori sempre.
Da capire, invece, come si muoverà l’Inter su questa tematica, Simone Inzaghi ha visioni anche opposte a quelle di Antonio Conte. Così come Josè Mourinho dovrà affidarsi alla classica torre sui palloni alti, in questo caso Tammy Abraham sarà sì il fulcro offensivo, ma anche l’elemento necessariamente più funzionale nelle sponde.
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Occhio, infine, alle sorprese. C’è curiosità anche per gli schemi degli esordienti Alessio Dionisi e Paolo Zanetti. Dai giovani, a volte, possono venire fuori idee abbastanza interessanti sui calci piazzati.