Antonio Barreca riparte dal Lecce e dalla Serie B. Una carriera non troppo fortunata per un esterno che sembrava sul punto di spiccare il volo.
Ripartire con umiltà e con voglia di risalire. La scelta di Antonio Barreca a Lecce va in questa direzione, perché l’esterno italiano non è più considerato un giovanissimo e ha bisogno di solide basi. Si è persa un po’ l’evoluzione della sua carriera, qualche stop di troppo, panchine prolungate e non troppa fiducia hanno tarpato le ali a un terzino che sembrava pronto per altri palcoscenici.
Quello del Lecce è stato un colpo dell’ultimo giorno di mercato, il duo Trinchera-Corvino ha convinto il terzino a scegliere una Serie B con forti ambizioni future. Perché il Lecce, al di là del primo mese di campionato, ha tutte le intenzioni di tornare in Serie A, ritrovando così anche la verve del pubblico, che da queste parti fa davvero la differenza.
In campo sta a Barreca dimostrare di essere un calciatore di categoria superiore. Anche perché in Serie B il Lecce affronta organici che poco hanno da invidiare a quelli di Serie A, tra Monza, Parma, Brescia e le altre che puntano ai playoff. Ed è proprio nei big match che Barreca dovrà fare la differenza con il Lecce.
Una carriera che dovrà migliorare
Non è la prima avventura in Serie B per Antonio Barreca, che nei professionisti esordì con il Cittadella. Fu mandato in prestito dal Torino e giocò una stagione da titolare, prima di approdare al Cagliari con il quale raggiunse la promozione.
Non fu riscattato dai sardi anche con qualche mugugno generale dei tifosi, che avevano intravisto potenziale nell’esterno granata, che tornò alle origini e divenne un elemento prezioso del Torino. Una prima stagione convincente, poi qualche infortunio di troppo che ne hanno minato anche il rapporto con l’ambiente.
E l’occasione chiamata Monaco, che propose ai granata lo scambio con Meitè. Andò quindi in Francia, esordì in Champions League e giocò nove partite in Ligue 1, prima di approdare in prestito al Newcastle. Dopo cinque mesi in Francia, ecco la Premier League ma non andò tutto a meraviglia, anzi. L’esterno italiano giocò qualcosa come sette minuti, francamente un po’ troppo poco.
Il ritorno in Italia al Genoa è stato tra luci e ombre, 18 presenze nel 19-20 e nessun riscatto. Cosa simile alla Fiorentina, ma con ancor meno minutaggio: tre gare e 84 minuti complessivi in Serie A più una gara di Coppa Italia.
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Troppo poco, dunque, per emergere. La scelta di Lecce ora è una sfida, giocare tanto – seppur in Serie B – e dimostrare di essere davvero un esterno basso pronto per la massima serie.