Roberto Mancini e l’Argentina nel destino: a diversi mesi dalla sfida con l’albiceleste, il commissario tecnico confessa un clamoroso retroscena.
Roberto Mancini e l’Argentina: lo voleva il destino. Nella settimana in cui è stata ufficializzata la sfida tra la sua Italia campione d’Europa e l’Albiceleste, reduce dalla vittoria in Coppa America, il commissario tecnico ha parlato proprio di Argentina in un collegamento su Bobo.tv, all’interno di un discorso riferito più al lavoro da ct che non alla sfida che verrà.
Si sa infatti che uno dei difetti del lavoro da commissario tecnico sta nella mancanza della quotidianità. In molti tra gli allenatori che si sono seduti sulla panchina di una Nazionale hanno lamentato una nostalgia importante per il lavoro quotidiano con i ragazzi. Un folto gruppo cui si è aggiunto anche il tecnico campione d’Europa.
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“Mi manca guidare un club, la quotidianità del lavoro“, ha dichiarato il Mancio, senza girarci troppo intorno. La sua ultima esperienza alla guida di una squadra non Nazionale risale al 2017/18, quando allenò lo Zenit di San Pietroburgo prima di approdare sulla panchina dell’Italia. Quasi quattro anni dopo la nostalgia si fa sentire, anche se le opportunità per tornare in un club non gli sono mancate anche di recente. Lo ha confessato lo stesso ct azzurro, rivelando di essere stato molto vicino a una grande squadra.
Mancini in Argentina: la rivelazione del ct
Da campione d’Europa a eroe dei due mondi. Un Roberto Mancini in versione garibaldina sarebbe potuto nascere se solo il tecnico jesino avesse accettato la corte di uno dei più importanti club argentini. Lo ha rivelato lo stesso Mancio durante il suo intervento a Bobo.tv.
Non il Boca Juniors, né il River Plate. L’ex allenatore dell’Inter sarebbe potuto sbarcare all’Avellaneda, alla guida dell’Independiente. “In passato avrei potuto allenare in Argentina, sarebbe stato divertente“, ha confessato Mancini, che avrebbe potuto accomodarsi su una panchina non qualunque. L’Independiente è infatti la terza squadra più titolata al mondo, al pari di Boca e Milan, con ben sette Libertadores vinte, due Intercontinentali e ben 16 campionati argentini conquistati.
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Le cose alla fine sono andate diversamente, e il tecnico è rimasto volentieri alla guida della Nazionale, proiettata adesso, oltre che sulla Nations League, alla qualificazione per i prossimi Mondiali 2022. Impegni importanti, che però il tecnico vorrebbe fossero più ravvicinati: “Non mi piace aspettare cinque mesi per disputare una partita“. Vedremo se qualcosa cambierà nel prossimo futuro.